VINETIANA LIR V. 367 cagione mancare a gli oblighi della confederatione, com- 1525 meiTero a loro Proveditori, che havendo gli Imperiali animo di porli con tutte le genti in campagna , doveifero unirli col Vice Rè di Napoli, & palTare il fiume dell’ Ada; ma però lafciando buon prefidio per Sicurtà delle terre loro , & avvertendo di porli fempre in luogo forte, òc Sicuro ; & Sopra tutto fuggendo di metterli in neceffi-tà di dovere entrare in Milano. Ma tuttavia tardavafi di dare eifecutione a tale ordine, & del far paifare 1’ efferato il fiume dell’Ada; peroche non riputava il Duca d’ Urbino Sicuro coniìglio il porli con quelle genti in campagna , fe prima non giungevano i Lancichinech , & le genti del Marchefe di Mantova; & maifimamente havendofi tifiti[l‘i intefo, che nel campo Francefe erano giunti altri Sviz- Miiantfn. zeri, talché arrivavano al numero di dieci mila : per il quale rifpetto ricercato da gli Imperiali d’ andare col campo a Belrifguardo , ricusò d’andarvi ; perche eifendo quell’ alloggiamento quattro foli miglia lontano dal campo Francefe , fi poteva temere con ragione, che appreifandofi tanto a’ nemici, poteife contra la fua volontà , & con molto difavantaggio eifere corretto di venire con loro a giornata. Premevagli oltre ciò il dubbio , che dalle genti di Lodi , ove erano ultimamente giunti due mila Svizzeri, poteife eifere alfalito il territorio di Crema , ò quello di Bergamo ; al quale paefe fopraflava ancora altro pericolo, effendofi fparfa fama, che fei mila Grigioni veniifero a danneggiarlo , mandati dal Rè Chriftianiifimo ; il quale in quelli giorni apunto haveva dalla fua Corte licentiato l’Am- jQdiFra». bafciatore Vinetiano . Ma finalmente follecitando di con- eja I‘ferrtia tinuo il Vice Rè l’unione delle genti, fi rifolfe il Sena- urvi’JZ-to , per non dare alcun folpetto di dubbiofa fede, di com- n0% mettere di nuovo al Duca Governatore della loro mili-tia, che doveife ad ogni modo andare ad unirfi con le Unìgne ^ genti Imperiali, havendo fratanto aifoldato altri tre mila vclnnet'“fm fanti Italiani, e quattro cento cavalli leggieri in Grecia ‘ptràn ™ per cuflodia, Se ficurtà del loro flato : delle quali genti, perche haveifero qualche Capo d’auttorità, fù dato parti-H. Tamia .Tom.I. A a 3 co-