96 parava un rinnovamento della coscienza politica, che investiva la vecchia tradizione di governo (1) : ma non erano formulati programmi concreti. I popoli lavoravano per la vita presente, senza fare presagi per l’avvenire ; intendevano a riparare i danni subiti e a creare migliore esistenza. L’isolamento, forse, sospingeva alla ricerca di nuovi orizzonti. Le crescenti difficoltà di accesso alla terraferma e l’impulso di rinnovate consuetudini stimolavano imprecise aspirazioni. Nessun sentimento di ribellione o velleità di fronda appassionavano lo spirito: se mai, la scintilla dovrà essere accesa dall’esterno. Prima di questo attimo, che nella storia ha un valore decisivo, è vano e inutile parlare di gesti novatori o rivoluzionari, tendenti a creare un sistema nuovo. L’ordinamento bizantino perdurava inflessibile, riunendo questo sito alla tradizionale giurisdizione istriana. La sovranità costantinopolitana non era nemmeno discussa, ma si esercitava nella pienezza di funzioni dalla normale gerarchia politica e amministrativa (2). Nessuno sognava di contestare questa verità, mentre i vecchi sudditi, ridotti nelle isole, metodicamente cooperavano al risorgere della vita famigliare e sociale. Questa gente non misconosceva la propria dipendenza dal governo di Ravenna ; alla protezione imperiale sentiva affidata la difesa del profondo sentimento di romanità, dal quale era animato. 4. — Il metropolita aquileiese, residente a Grado, che ancora nel 680 rivendicava tale titolo contro l’intruso di terraferma, non riconosciuto dagli alti organi cattolici romani, aveva obbedito al medesimo impulso. L’esercizio dell’ attività giurisdizionale era stato ricondotto nell’ambito della 'provincia d’Istria (3), nella quale erano compresi (1) Si tenga presente quanto avveniva a Ravenna, e si rifletta agli oscuri moti autonomistici, che agitarono in questo scorcio di secolo la vita della capitale. Agnelli, Lib. pont. eccl. ravennatis, in M. G. H., Script, rer. Lang., c. 137, 139, 140, 141, 142, 144, 152. (2) Cfr. Lentz, Das Verhältnis Venedigs zu Bysanz nach dem Fall des Exarchats, Berlin, 1891, p. 14 sg. ; Cohn, Die Stellung der byzantinischen Statthalter in Ober - und Mittelitalien, Berlin, 1889, p. 18 sgg. (3) I vescovi appartenenti alla comunione aquileiese di Grado, siano essi veneti o istriani, sottoscrivono sempre con la formula ircapxia ’Ioxpia? (Mansi, Sacr. ccmcil., XI, 294).