536 Benedetto XIII. 1724-1730. Capitolo III. provinciali e diocesani. Serie parole trovò per i doveri dei vescovi, che esortò a ristabilire la decadente disciplina.1 In seguito il Papa fu talmente preso dai lavori del concilio, di cui tenne la presidenza, che i suoi ministri non potevano avere udienze e tutti gli affari di governo erano arrestati.2 Soltanto all’esecuzione di funzioni religiose il Papa non rinunziò.3 Per conferire al concilio uno splendore più grande e stimolare i vescovi, egli aveva fatto tenere ini Laterano un ufficio funebre speciale per i prelati che avevano partecipato al concilio, e in esso impartì personalmente l’assoluzione.4 Il concilio romano prese una serie di disposizioni salutar; sul dovere dei vescovi e dei parroci di predicare, sull’istruzione dei fanciulli in città e in campagna, sul genere delle prediche, le quali dovevano essere adattate all’intelligenza degli ascoltatori, suH’obbligo della visita annuale della diocesi da parte del vescovo, sulla scelta e le qualità dei vicari generali, sui requisiti degli ordinandi, sulla distribuzione giusta e adatta dei benefici e dei canonicati, sulla tenuta d’inventari in tutte le chiese e istituti di beneficenza, sul genere di vita degli ecclesiastici, sulla santificazione delle feste, sull’osservanza dell’obbligo di residenza da parte dei vescovi e dei parroci, sulle doverose conferenze pastorali, sulla riunione di concili provinciali e diocesani ogni tre anni. Da principio il Papa non aveva mostrato nelle discussioni quella ostinatezza, che in genere gli era propria.5 Ma più tardi egli insistette, specie riguardo agli affari di immunità, con molta risolutezza perchè 'si accettassero le sue opinioni.6 Il Papa chiuse il concilio il 29 maggio, anniversario della sua elezione, con una processione dal Laterano a S. Croce in Gerusalemme. 7 Alla sua gioia per la conclusione del sinodo isi mescolò dolore per il fatto, che nella pace conclusa tra l’imperatore Car- lo VI e Filippo V di Spagna nell’aprile 1725 i diritti della S. Sede su Parma e Piacenza non erano stati rispettati.s In un concistoro dell’ll giugno 1725 Benedetto espose, con un discorso abbastanza lungo, ch’egli nell’interesse della religione nulla aveva 1 * Relazione del card. Cienfuegos elei 21 aprile 1725, Archivio R e u > ~ di Ernstbrnnn. Riguardo ai timori vedi ivi la »relazione dello stesso 'li1 17 marzo 1725. 2 * Relazioni dello stesso del 2S aprile e 5 maggio 1725, ivi. 3 * Relazioni dello stesso del 5, e 25 maggio 1725, ivi. * * Relazione dello stesso del 2S aprile 1725, ivi. 5 IVÌ' d \ e * Card. Cienfuegos il 19 maggio 1725, ivi. Cfr. * lettera dello stesso <1 23 settembre 1725, ivi. ^ ; " La pubblicazione dei canoni avvenne solo il 25 ottobre 1 < XXII 284. s * Lettera del card. ¡Cienfuegos del 23 maggio 1725r loc. eit.