1 (52 Clemente XI. 1700-1721. Capitolo V. di Aix, Vintimi'lle du Lue, scrisse al Delfino doversi temere che il conflitto intorno alla grazia maturi in una decisione cruenta, come ai tempi della riforma, il conflitto sull’Eucaristia.1 In tali circostanze una rapida decisione di Roma apparve sempre più come l’unica salvezza possibile. Il re sottopose perciò al suo consiglio tre questioni. La prima se egli, nonostante le libertà francesi, potesse chiedere a Roma una Bolla, non incontrò difficoltà; in questioni di fede, così suonò la risposta, il Papa può decidere in prima ed ultima istanza. La seconda questione riguardava la forma della Bolla. Il consiglio fu del parere di attenersi come modello alla decisione sul « caso di coscienza », nella quale il parlamento non aveva trovato alcuna eccezione; volesse il Papa indicare le proposizioni che egli condanna, affinchè i vescovi francesi potessero decidere su esse con lui come giudici e rendere col Joro consenso la sentenza papale definitiva e inattaccabile. Alla terza domanda come si potesse impedire che il Papa sotto qualsiasi pretesto rifiutasse di emanare una decisione, fu data la risposta che si volessero dare tutte le possibili assicurazioni per un favorevole accoglimento della Bolla, mandando prima l’abbozzo al re ed al quale verrebbe trasmessa poi la Bolla pronta per l’esecuzione.2 L’11 novembre 1711 Luigi XIV con decisione del consiglio reale fece revocare il privilegio di stampa delle « Riflessioni morali » e, cinque giorni più tardi diede ordine al cardinale De la Trémoille, suo ambasciatore in Roma, di chiedere una nuova condanna pontificia del libro.3 Champfiour e Lescure ebbero il permesso di sottoporre la loro causa a Roma. * Invano si diede all’arcivescovo il consiglio di prevenire la sentenza romana con una condanna di Quesnel da parte sua.5 La lettera del re del novembre 1711 rilevava specialmente che da parte di Noailles non era da temere alcuna difficoltà, poiché egli aveva dato la sua parola di volersi subito sottomettere ad una decisione del Papa. ® La lettera del re arrivò al Papa durante i TliunXIEJl 123 s. ■1 Ivi 124 s. .1 1j¡ Hov 3(59. 383. : * Kk.nhi.on, lEuvrcs Vili 59. Sul memoriale al Papa del 30 giugno 1712 i\i 108. Minuta di un Breve ad entrambi del 4 luglio 1711 corretto personalmente dal Papa nelle * .Mi aedi, rii Clemente. XI 12S>, Archivio segreto pontifici o. » I,k Hov 377. Noailles del resto confessò di non aver mai letto ¡ut iutiero il libro del Quesnel. Ivi 376. « Scnu.T. 62 s. ; I>: Itov 380 n. 2. Nella sua lettera al vescovo di Agen, che Noailles fece pubblicare, è detto : « Je n'ai pas balancé à dire à tous ceux qui ont voulu l'entendre, qu’on ne me verroit jamais, ni mettre ni souffrir de division dans l'Êglise, pour un livre dont la religion ix-ut se passer: que si N. S. 1*. le Pape jugeoit ¡1 propos de censurer celui-ci dans les formes, je