La pace (li Utrecht (11 aprile 171.'!). 75 congresso per premere con tutto l’impegno onde ottenere la totale abolizione della clausola di Rijswijk.1 Un mese più tardi le trattative giunsero alla conclusione. Nel pomeriggio dell’ll aprile 1713 i plenipotenziari francesi firmarono prima la pace con l’Inghilterra, poi quella con la Savoia, col Portogallo e con la Prussia e finalmente alle 12 ‘/, di notte la pace con l’Olanda.2 Le convenzioni sottoscritte in riguardo territoriale portavano dei mutamenti ancora maggiori di quelli della pace di Vestfalia. Non pochi punti dovevano riuscire al Papa profondamente dolorosi. La Francia riconosceva la successione al trono protestante in Inghilterra e si obbligava ad espellere dal suo territorio Giacomo III, fratello della regina Anna, e legittimo erede delle tre corone britanniche. Un tale atteggiamento non poteva in alcun modo trovare l’approvazione di Clemente XI, il quale aveva sempre sostenuto il buon diritto di Giacomo III. L’abbandono del pretendente non era del resto soltanto disonorevole per la regina che lo richiese, ma ben anche per il re che lo concesse. Caratteristico è che Polignac dovette prima allontanarsi da Utrecht giacché aveva appena da poco ricevuta la porpora per raccomandazione di Giacomo III. Un altro colpo per Clemente XI fu che Luigi XIV senza riguardo alla protesta pontificia riconobbe per sé e per Filippo V la dignità regi/a al margravio del Brandeburgo e in nome e con la procura del re spagnuolo cedette a questo principe protestante dal possesso dei paesi spagnuoli la parte superiore del ducato di Geldern, ove ben presto vennero gravemente danneggiati i diritti dei cattolici. 3 Nella cessione di Menorca all’Inghilterra non fu fissata alcuna garanzia degli interessi cattolici.4 Migliori notizie potè dare il Passionei circa gli olandesi, poiché questi promisero di lasciare intatta la religione cattolica nelle città neerlandesi che vennero loro attribuite.5 Ma di tutte le disposizioni del trattato di Utrecht, quella che doveva più offendere il Papa era l’assegnazione della Sicilia. Senza riguardo alla sovranità feudale pontificia, secondo la volontà dell’Inghilterra, essa passò da Filippo V al duca di Savoia, come 1 * «Profittando i protestanti deU'Iniperio dell'autorità che ha l’Inghilterra nel presente congresso, continuano tuttavia a insistere presso i ministri