L’accettazione della Bolla e il Papa. 239 nè le sue antecedenti istruzioni. Lafitau però, dopo aver esaminato attentamente l’editto nulla potè scoprire di una limitata accettazione della Bolla e in prova di ciò scrisse un proprio opuscolo. Risultò però che esistevano due diverse edizioni dell’editto; l’uno accettava la costituzione senza condizioni, l’altro soltanto con limitazioni; di nuovo, dunque, una di quelle doppiezze, nelle quali si era lasciato cogliere spesso l’arcivescovo di Parigi.1 Di fronte al reggente Noailles assicurò di essere completamente estraneo a questo doppio gioco, ma si rifiutò di ripetere tale assicurazione di fronte al Palpa. Ora Clemente XI richiese che il re rinnovasse il decreto, nel quale Luigi XIV annunziava come abolite le deliberazioni del 1682 e che Noailles completasse in una lettera al Papa ciò che mancava ¡nel suo editto. Filippo d’Orléans mandò il cardinale Rohan a Roma per ulteriori trattative, ma quando Rohan giunse nell’eterna città, il Papa non era più fra i vivi. Il fatto che la Bolla provocò in Francia una così grave agitazione non può servire di base per muovere rimproveri a Clemente XI. Essa rivelò soltanto la grandezza del male, ma non lo causò, e fu meglio che la malattia si discoprisse, piuttosto che si propagasse in segreto. La ragione del male risiede piuttosto nel fatto che durante la pace clementina e dopo il 1682, il giansenismo e il gallicanismo avevano piantato in Francia radici sempre più profonde. Nè al Papa si può rimproverare mancanza di moderazione e di riflessione. Egli aveva chiara la coscienza che il potere ecclesiastico non è dato per spadroneggiare, ma soltanto per promuovere la salute dei sudditi. Con tale convinzione, di fronte a Noailles, che si sentiva presso a poco come un secondo Papa, egli prese su di sè un’umiliazione dopo l’altra e a questo prezzo gli riuscì di evitare uno scisma. La definitiva accettazione del suo decreto dommatico poteva oramai, alla sua morte, dirsi una questione di tempo, anche nel paese degli appelli. 1 Fletury LXX, 557 s. Secondo una relazione italiana (in [Cadry] II 621 s.) l aI,a aveva diretto al reggente parecchi Brevi nei quali si lamentava che accettazione della Bolla fosse soltanto condizionata. Un esame fatto dall’In-ìulsizione non aveva trovato neU’ordinanza di Noailles niente di censurabile in riguardo dommatieo. Non ne seguiva però da ciò che nulla vi si trovasse d’al-ronde di biasimevole. Cfr. * Misceli, di Clemente XI voL 152 sull’ordinanza ( ‘1 12 agosto 1720 : « Oensure e voti di cinque qualificatori della Congregazione „ s. Officio contra detto mandamento riferiti meUa congregazione tenuta -1 gennaio 1721 ; Voto del P. D. Perez, ord. Praed., del 5 febbraio 1721 (contro oailles); Voti dei cardinali del s. Officio del 6 febbraio 1721 coram Sanctis-:/mo (sulla proibizione del mandamento) ; Voti de’ cardinali Ottoboni, Imperiale, 0 ornei, Paraeciano, Sacripanti, Paolucci, Fabroni ». Archivio segreto Pontificio.