Documenti inediti e comunicazioni di archivi. N. 16, a. 1722 . 843 roni fece ricorso al P. Visitatore: ma perchè in quello che scriveva di ine non c’era veri similitudine, il P. Visitatore non li fece altra risposta. Ma nel suo ritorno a Cantone ha veduto tutte le lettere, che sono passate dall'una e dall’altra parte: et ha detto chiaramente, che nelle mie non c’era che riprendere: ma fu ben lontano da fare l’istesso giudizio di quelle del P. Perroni. V. R. ne giudichi. Finisco con tornare j>er la seconda volta al signor Guigues. Sul vascello cinese che portava alla Cocincina li RR. PP. Cesati et Alessandri Barnabiti, Mons. Guigues mandò idi grossi dispacci: e perchè altri ancora ne mandavano, era su quel vascello una gran quantità di lettere. I’er lo che il mandarino del luogo in vedere tante lettere, venne in pensiero che ci fosse qualche conspirazione contro lo stato formata e fomentata dagl’Europei, ed a fine di prevenirla, tratenne le lettere e le sorprese. Gl’Europei avendo compreso il sospetto del mandarino stimavano di non potere far cosa di meglio per distruggerlo che abbandonare le lettere, nè prendersene pensiero alcuno. 11 mandarino a/spettava, che si sarebbero dati gran briga per ricuperare le loro lettere, ma essi non se ne presero nessuna, di modo che quegli per levarsi la curiosità, le apri e chiamò un missionario (che io credo die fosse il 1*. Pirea, al presente Provinciale del Giappone), perchè li spiegasse queste lettere. Così se ne trovò una del signor Guigues trattante deU'affare dell’appello del signor cardinale di Noaglies, che egli mandava a’ suoi confratelli: e mandandoglielo, si congratulava con essi loro della buona nuova che loro dava; pregandoli ancora, che per comune consolazione facessero passare di mlano in mano la copia di quell’appello. Su questo fondamento si potrà credere che la ritrattazione, che il P. Ceni suo confessore li fece fare prima di Idarli il s. Viatico, fosse sincera? Almeno è certo che non fu molto chiara nè publica, come necessariamente doveva essere per riparare lo scandalo. I’S. Si tien memoria in Francia, che Mons. di <’icé vescovo di Salitila, mentre tornava da Parigi a Siam nel Hi!li) o nel 1700, fece naufragio vicino ad Orleans. Si ripescarono i suoi bauli e si fecero sigillare. Tra quelli pure si ci trovavano de’ libri molto cattivi, de' quali il libraro che gl’ebbe per asciugarli, restò tanto scandalizzato, che non potè trattenersi di non farne de’ rimproveri all’istesso prelato. In oltre Mons. de Vigjer, che allora era soggetto del Seminario di Parigi, venne alla Cina per la strada del Perù nel 1710 o 1711. Sen'andò a Namcham capitale di Kiansi, e la sua barca s’apri: e tra’ libri che egli aveva ricevuto dal Seminario di Parigi e portava alla Cina, sene trovarono di molto cattivi. Finalmente il libro di Quesnel, hora condannato colla bolla Uni geni Cu s, fu portata nella Cina da' questi signori del Seminario. E uno di loro ne fece presente al P. Vizdelou, ora vescovo di Clau-diopoli. Tutti questi fatti certi uniti insieme serviranno a levarsi la maschera a dette persone che sin allora non s’era ben conosciuto chi fossero ».