Scritti polemici contro il Bissy. 449 libello mordace divenne ben presto l’argomento dei discorsi cittadini; il Noailles minacciò, se il Parlamento non procedeva contro il Bissy, di censurarlo egli stesso.1 Il Parlamento, infatti, si adoperò per quattordici giorni presso la Corte a fin di ottenere il permesso di condannare il Bissy,2 finché all’ultimo il Dubois, sdegnato di simili progetti, proruppe a domandare, se si voleva dar fuoco a tutti i quattro angoli di Parigi.3 Ma ciononostante nel gennaio 1723 comparve un secondo scritto contro il Bissy, evidentemente della stessa penna del primo,4 e in febbraio una nuova denuncia al Parlamento, questa volta da parte dell’abbé Pucelle.6 II reggente, però, significò ai magistrati, che differissero l’esame dell’istruzione pastorale. Questa richiesta, tuttavia, non voleva dire ancora, che tutta la faccenda fosse messa a tacere; e così nel marzo 1723 comparve un nuovo scritto d’accusa,6 che metteva da parte ogni elemento giansenistico ed attaccava il Bissy solo dal punto di vista gallicano. Ora l’attaccato pregò il re, che la sua istruzione venisse esaminata, e l’esame fu affidato alla fine di aprile a due dignitari ecclesiastici e due laici. 7 Ma, prima ancora che questi avessero pronunciato il loro giudizio, sei dei sette vescovi disobbedienti rientrarono in campo con una « risposta » al De Bissy,8 in cui si afferma, che i diritti della Corona e le verità della religione non erano mai stati attaccati più apertamente che dall’istruzione di lui. « È il De Bissy », chiedevano essi, che ha scritto questo, o coloro, che da lungo tempo si affannano ad introdurre un pirronismo abbominevole nei riguardi della tradizione ecclesiastica, a fin di,porre i loro autori al posto di essa?». Segue quindi l’accusa, che il Bissy non tien conto dell’autorità dei Padri, cita ‘esti inesattamente, riferisce notizie false; se la testimonianza dei vescovi stranieri prova il riconoscimento universale della Bolla Unigenitus, allora prova anche l’infallibilità del Papa. Un altro scritto di accusa 9 è ancora più violento : esso domanda addirittura, che il De Bissy venga dichiarato nemico della Chiesa e dello Stato. ' Ivi p. 20. s Ivi p. 34. 3 I'i.kury LXXI 280. * [Cadky] loc. cit. p. 34-37. 5 Ivi p. 43 ss. * Del Conet, ivi p. 66-70. 7 Ivi p. 71. * 228 pagine in-4°, in sect. 7 p. 53-58. L’ex-vescovo di Tournay non vi prese perchè il Bissy era il suo arcivescovo. Il 13 febbraio 1725, la lettera e* ®ei fu messa all’ìndice. Fleuby LXXII 121. ' [Cadby] loc. cit p. 58 s. p»stor. Storia iti Papi, XV. 29