10 Clemente XI. 1700-1721. Capitolo I. anche in tutte le altre discipline ecclesiastiche, una cognizione così profonda della situazione politica come se avesse diretto le maggiori nunziature, abilità straordinaria di esprimersi tanto verbalmente che scrivendo, diligenza infaticabile, un temperamento straordinariamente cordiale ed una generosità verso i poveri ed altri bisognosi, fossero questi convertiti svedesi o inglesi esiliati, ben spesso superiore ai suoi mezzi.1 II cardinale Albani, opina un ambasciatore, non può rifiutar nulla; egli promette perciò più di quello che può mantenere e non può contentar tutti, poiché tutti nella sua bontà vorrebbe aiutare.2 La sua graziosa amabilità, che i contemporanei non si stancano di mettere in rilievo 3 egli ebbe comune col suo compaesano Raffaello : ma la sua cordialità e bontà avevano un limite, quando erano in questione gli interessi della Chiesa. Egli si dimostrava partigiano incondizionato del partito degli zelanti. Lo stesso indirizzo si rivelava anche nella vita privata del Papa, tutta dedicata alla preghiera e al lavoro. Celebrava quotidianamente la S. Messa e quotidianamente si confessava, limitava il sonno e il cibo a ciò che era assolutamente necessario e il suo svago consisteva nel visitare frequentemente le chiese e gli ospedali e nell’esercitare diligentemente l’ufficio del predicatore.4 3662). Ritratto ad olio contemporaneo anche nel seminario romano presso il I.aterano. Busto marmoreo di Clemente XI nella Sagrestia capitolare del duomo in Ferrara e in Roma. 1 * « Egli è dottissimo dell’una e dell’altra legge e delle speculative, delle materie ecclesiastiche, delle morali e di belle lettere e d’ogni altra sorte di eruditione. Ha gran cognltione delle materie di stato, notitioso di tutte le corti straniere et è benissimo inteso di tutte le pendenze dell’universo... ». Favorisce scrittori e convertiti (cfr. Lafitau I 29 s) è protettore di S. Brigida. « Egli è applicato e fatigante in sommo grado, di virtù eminente, di gran spirito e di maniere amabilissime, perspicace, accorto, faceto ed obligante al maggior segno et è stato sempre non solo morigerato, ma di santi, prelibati et esemplari costumi, grand’elemosiniere e generoso in tal modo che il gran-danimo supera le forze della sua bontà » (Relazione di O. d’Elce, Biblioteca di Einsiedeln). Similmente la * Vita critica (loc. cit.) ; « Egli è versato in molte scienze e particolarmente in belle lettere... e talmente adornato delle notizie de’ principi stranieri che ne sa rendere strettissimo conto, come se fosse stato in tutte le nunziature ». A torto i satirici lo dicevano « corteggiano Romanesco, finto, simulatore; in realtà è di ottime viscere e pii sentimenti ». 2 * D’Elce loc. cit. s * « Da sua bella presenza con quella giovialità di sua natura e queUa arte propria di conformarsi al genio di chi egli parla all’uso deU’eco che sempre ripete l’altrui voce senza forma della propria, lo rende sempre amabile a chi che sia ». * ‘Relazione di Giov. Francesco Morosini del 1707, Archivio di Stato di Venezia (Estratto in Ranke III 211»); Lafitau I 58s.