728 Clemente XII. 1730-1740. Capitolo III. apposite, Roma la condannò il 15 aprile 1740 al rogo.1 La polizia si adoperò con zelo a scoprire l’autore. Ma la scaltrezza del partito permise a questo, il prete ed appellante Giacomo Fon-taine de la Roche,2 di sottrarsi per trent’anni alle ricerche di quella. Ciascuno, infatti, dei venditori ambulanti e dei librai conosceva solo colui che gli dava immediatamente l’incarico, dimodoché un arresto non poteva avere conseguenze importanti.5 Il luogotenente di polizia perquisì un giorno una casa ¡Mr cercarvi la stamperia segreta; non trovò nulla; ma quando salì in carrozza, sul sedile giaceva il periodico ancora umido, uscito appena dal torchio. Un’altra volta gli fu annunciato, che circa il mezzogiorno verrebbe fatto passare di contrabbando per una data porta del manoscritto per il periodico. Si perquisirono ri.vr<>-rosissimamente senza successo quanti entravano e uscivano, e tuttavia il latore dello scritto proibito passò ugualmente: esso era un cane con doppia pelle.4 Mercè i grandi mezzi di danaro dei giansenisti il periodico potè diffondersi dappertutto e rese noto il partito negli ambienti più vasti ; vi contribuì a suo modo anche la ricordata proibizione da parte dell’arcivesicovo di Parigi, di cui si dovette dar lettura nella chiesa. La resistenza al governo, che si manifesta nel settimanale giansenistico, diviene in generale sempre più lo spirito dell’epoca, nella quale si preannuncia sempre più chiaramente la rivoluzione futura. Questa disposizione di spirito s’incarna innanzi tutto nel Parlamento di Parigi. Non avendo le leggi reali validità senza la registrazione in Parlamento, i consiglieri parlamentari, sebbene costituenti originariamente una magistratura puramente giudiziaria, si sentirono sempre più come un corpo politico, come i rappresentanti del popolo, che già cominciavano a considerarli come i veri depositari del potere governativo. Anche il gallicanesimo aveva preparato il terreno alla dottrina della sovranità popolare; perchè secondo i gallicani il vero detentore del potere di governo sul terreno ecclesiastico è l’insieme della Chie-a. Papa e vescovi esercitano il governo solo quali suoi plenipotenziari, e quindi il concilio generale può citare il Papa a rispondere e deporlo. Era facile trasportare questa concezione sul ter- * [Patouiixet] 111 175. Non solo il I’ntouillet (HI 155-170) condanna verissimamente il foglio, ma anche giansenisti moderati e il D’Alembert. in Fkli.er, Hioyr. imi emette V. Kesançou-l’nris 1S3Î), 298 ss. Ivi 24)9 l’arcivescoro d’Ancta iu data 24 geiiuaio 17l>4. s Su lui cfr. Hiogr. universelle XV lS3ss„ sui continuatori Guenin (Sain1' Mare) e Jean B. Mouton ivi XIX 15 ss., XXX 3445 ss. li frontispizio del volume del 1730 è riprodotto in Kwisse Vili 211li. 3 Cfr. In rappresentazione figurata della organizzazione in CaHEH 55. * G azi Kit I 312.