Tournon in Cina. 329 14 agosto 1699 dopo un lungo viaggio attraverso la Persia arrivò a Canton egli vide subito che l’esecuzione del suo incarico era per il momento impossibile e per questo lavorò come missionario in Setschuen. Egli ritornò nel febbraio 1705 a Canton per parlare con l’atteso legato e dopo l’arrivo di Tournon diventò il suo inseparabile compagno.1 Le decisione del patriarca di presentarsi all’imperatore fu fatale per la missione, poiché divenne inevitabile che l’imperatore venisse immischiato nella decisione circa le questioni missionarie. Kanghi era in quel momento assente nella Tartaria. Delle domande epistolari dei gesuiti a lui dirette le due prime non davano ai desiderata di Tournon alcuna risposta precisa, la terza dava una risposta negativa e solo la quarta ottenne la concessione imperiale che il legato venisse inviato con tutte le comodità e gli onori a Pechino, a spese del supremo prefetto e viceré di Canton. Accolto ovunque splendidamente Tournon compì il suo viaggio in una grande e comoda nave, che però procedeva assai a rilento. Egli era partito da Canton il 9 settembre, ma intanto si era giunti a novembre e Kanghi lo aspettava ancora sempre a Pechino con grande impazienza, sia che egli desiderasse di vedere presto un inviato di così alto rango, sia che egli sperasse con l’onorarlo di procacciarsi onore egli stesso presso le potenze dell’Occidente. Preoccupato dei disagi di un viaggio durante l’inverno, l’imperatore mandò a metà novembre a Schantung per assumere informazioni e il 27 del mese un figlio di Kanghi, un figlio del viceré, due mandarini e un sacerdote per ognuna delle tre case dei gesuiti di Pechino dovettero muovergli incontro. Essi trovarono Tournon ammalato e la sua nave incagliata nel ghiaccio. Il legato giunse poi a Pechino il 4 dicembre per via di terra e prese stanza nella casa dei gesuiti presso il palazzo imperiale, salutato ben presto da due mandarini di terzo grado, per incarico dell’imperatore. Quando il 12 dicembre morì il chirurgo del legato, Kanghi donò per la sepoltura un suo pezzo di terreno, poiché — cattivo presagio — Tournon non aveva accettato la sepoltura offertagli nel cimitero dei gesuiti. L’imperatore del resto fece spiare in segreto se nella sepoltura le cerimonie si protraessero al di là di quello che era stato tacitamente concesso ai gesuiti. Ciò che gli venne riferito gli dispiacque in parte, 013 egli non lo fece notare e ricevette il legato ammalato il 31 dicembre in maniera così magnifica, che tutti si meravigliarono e un testimonio oculare dichiarò che nessun ambasciatore estero 1 Thomas 179 s,