Documenti inediti e comunicazioni di archivi. N. 7. 817 l>er implorare che voglia usare mitezza. Nel novembre 1716 egli confessò alla presenza di tre mandarini inviati (diali’imperatore, di aver fatto questo per allontanare il pericolo per la missione, e per non offendere l'imperatore; a Roma aver egli replicato, che il decreto in Cina non poteva venir pubbliaato nè poteva venire eseguito. Come scrive il 21 novembre 1716 il francescano Michele Fernandez, il vescovo di Pechino è molto amareggiato, perchè egli ha intimato l’ingiunzione apostolica, e dà piena facoltà ai missionari, di regolarsi in proposito, secondo che essi credono più opportuno. Il vescovo di Lorima, vicario apostolico di Sci a usi e Sciensi, loda ¡1 25 gennaio 1719 i gesuiti di Pechino, per il bene che es«i hanno fatto in tutta la missione, lamenta gli inganni dei loro avversari, ed esprime loro la sua compassione per quanto essi debbono soffrire. Il vescovo di Pechino scrive il 18 gennaio 1717, che Pedrini merita punizione per quello che egli lia scritto contro i gesuiti; egli stesso scrive a Roma, che non diebbono servirsi di Pedrini nelle trattative del papa con l'imperatore. Mezzabarlra, come il segretario di Stato cani ¡naie di 8. Agnese, ha scritto al P. Laureati, ha esaltato costui presso il Papa, e fatto testimonianza dei servizi che egli ha prestato alla Santa Sede. Il 21 giugno 1721 Mezzabarba scrive dei servizi e del buon contegno dei gesuiti verso lui... Il vescovo di l’echino scrive il 10 novembre 1707, con grandi lodi su i gesuiti cinesi, difende i gesuiti della oorte contro le accuse, scrive in loro difesa al papa ed a Propagai*rla... Di nuovo egli interviene in favore dei gesuiti della corte di Pechino, al 7 ottobre 1708, ed assicura che egli si rivolgerà in loro favore al Papa e a Propaganda. Il medesimo a’ 31 Ottobre 1712 scrive di aver i]»er più anni scritto a S. Su e alla 8. Congregazione in conformità di quello, che i PI*. Gesuiti dì Pekino ne avevano scritto. Aggiunge, che in Roma non lo voglion sentire; e che è superfluo lo scriverlo di nuovo: e che in Roma s'ingannano in voler credere al sigr. cardinale di Touraon contro di que’ Gesuiti; ed attesta d’avere scritto a Roma, che le accuse di Sua Em" contro di detti PP. sono state false; e che Sua Em11 è stata causa dello sdegno di quell’imperatore, e non i detti Padri della Compagnia. E replica d’aver ciò scritto a 8. 8‘* ed alla S. Congregazione; e confessa d’aver da due anni appresso di se il decreto della 8. Sede circa i riti. Il P. Aleman, Commissario Provinciale de’ PI*. Francescani scalzi a’ 23 Novembre 1716 scrive deplorando la perdita della mission della Cina; dice, che quei, che han rappresentata per cosa facile la proibizion de* riti, la trovan difficile e pericolosa, e che falsamente spaccian gli altri per disubbidienti, quando essi sono i disubbidenti, e non osservano i decreti. Il P. Fra Giovanni Fernandez Serrano, Commissario Provinciale de* PP. Francescani a’ 21 Gennaro 1718 scrive, non potersi amministrare i sagramenti senza scrupoli insopportabili. Che i missionari della 8. Congregazione ili Propaganda non osservano il precetto Apostolico, e perciò non può seguitarsi il lor dettame. Ch'è impossibile a’ Cinesi osservare la proibizion de’ riti, e perciò è impossibile a’ missionari l’amministrar loro i sagramenti. PiiTOi, Storia dei Papi, XV. 52