Contegno di Noailles. 159 pubblicò una violenta ordinanza facendo ricadere l’accusa di giansenismo sui tre vescovi e proibendo le loro pastorali che del resto erano state compilate sotto i loro nomi dai « nemici dell’episcopato ».1 Ora fu il re che si adirò per parte sua per questa arroganza del cardinale e gli proibì di venire a corte fino a tanto che non avesse ritirato la sua raccomandazione delle « Riflessioni morali ».2 Ma a tal passo, l’unico ragionevole per la sua situazione, Noailles, nonostante il consiglio dei suoi amici, non, voleva adattarsi ; egli era dell’opinione che i provvedimenti contro Quesnel non erano che opera dei gesuiti i quali nel profugo oratoriano volevano colpire lui stesso.3 In lettere al re, alla Maintenon, al cancelliere Voisin egli accumula contro di loro accuse sopra accuse, * ma a Quesnel teneva fermo; ciò che dichiarò anche espressamente in una lettera al vescovo Hébert di Agen.5 Per colmo della confusione si aggiunse che proprio in questo momento Quesnel aveva pubblicato il giudizio di Bossuet sulle « Riflessioni morali », come una loro giustificazione.6 Dei maggiori vescovi della Francia d’allora Fénelon era dunque contro, Bossuet apparentemente per Quesnel e, in quanto al cardinale arcivescovo di Parigi, primo prelato del regno, chiamato ad essere il duce in questioni spirituali e a presiedere l’assemblea del clero, nemmeno egli stesso sapeva se fosse veramente giansenista o no.7 Con ciò anche alla Francia gallicana come unica via per uscire dalla confusione s’imponeva sempre più la sentenza del Papa. I vescovi di Luçon e La Rochelle già nella loro lettera al re avevano chiesto di poter deferire al Papa il loro conflitto con Noailles.8 Luigi XIV però pensò di poter regolare egli stesso la cosa nel proprio paese istituendo una commissione consultiva e mettendovi a capo il suo proprio nipote e successore, il duca di Borbone. La commissione, i cui membri più importanti erano l’arcivescovo di Bordeaux e il successore di Bossuet in Meaux Enrico de Bissy, propose un componimento. I due vescovi dovevano dare, in una seconda ordinanza, delle spiegazioni circa alcuni passi urtanti delle loro pastorali e Noailles doveva emanare una nuova ordinanza; in essa egli doveva levare la proibizione contro la lettera dei due 1 Ivi 242 s. * Ivi 244. * Lettera del confessore della Maintenon, La Cbétardie, del 20 giugno 1711 a N'oailles, in Le Rot 347 nota. * Le Ror 350. 5 Ivi 351. * Sopra p. 154. 7 Giudizio di Féxelon su lui: a Chevreuse dei 9 giugno 1712, Œuvres VII 344 n. 6. * Ivi 704.