24 Clemente XI. 1700-1721. Capitolo I. dichiarare per iscritto il 7 maggio dal segretario di Stato Pao-lucci che l’invio del legato era solo un atto di cortesia basato sulle antiche tradizioni e che non aveva nulla da fare con l’investitura ; questa non verrebbe mai concessa in segreto ma pubblicamente, e osservando le solite forme, a colui al quale sarebbe dovuta.1 In armonia a tale dichiarazione il Cardinal Barberini ebbe l’ordine di porgere bensì il suo saluto a Filippo V al suo arrivo, ma di evitare ogni atto che potesse pregiudicare la decisione della Santa Sede.2 Il Cardinal Barberini protrasse la sua partenza da Porto d’An-zio fino al 19 maggio, onde non essere presente al corteo solenne di Filippo V attraverso Napoli (20 maggio), ciò che i francesi avrebbero potuto interpretare nel senso di una già concessa investitura. Anche le allocuzioni che il Cardinal legato tenne il 29 e 80 maggio, salutando Filippo V, si limitarono ad espressioni generiche di gioia sul felice arrivo del re.3 I doni che egli presentò in nome del Papa, una croce d’oro ornata di gemme e munita di indulgenze, non sorpassarono quello che si era usi di fare in tali occasioni. Prima della partenza del re, che s’imbarcò il 2 giugno per Finale donde egli intendeva recarsi in Lombardia a visitare l’armata francese, il cardinale fece consegnare i suoi propri doni : una statua d’Èrcole del Bernini, una Diana di acate trasparente ed altre opere d’arte.4 Con questi riguardi che il Papa ebbe per gli interessi imperiali in occasione della missione del cardinale Barberini stava in aspro contrasto il contegno del governo di Vienna, ove in base ai rapporti di Lamberg si riteneva più che mai che Clemente XI fosse totalmente in braccio alla Francia.5 Leopoldo I si rifiutò nel modo più reciso di ricevere lo Spada, inviato per la mediazione per la pace, così che questi dovette arrestarsi a Passavia. Il 1° luglio il segretario di Stato scrisse al nunzio a Vienna, Davia, essere il Papa penosamente sorpreso che l’imperatore respingesse un messo del vicario di Cristo, il quale non aveva nessun altro incarico che quello di esortare alla pace.8 II 22 luglio Davia rice- 1 LANDAU 73 SS. 2 POMETTI XXI 374. » Bianchini, ed. Visconti 20, 51 s;. ; Bei.monte I 233, 238 ss * Bianchini 58 s., 61 ss. ; * A vviso a ustriaco del 20 maggio 1702. A r-c li i v i o Lamberg di Ottenstein. » Il 2 maggio 1702 Lamberg in una * relazione all’imperatore descrive il Italia come un vero ipocrita : « essendo nella sua simulatione il suo genio assai simile a quello di fu Tiberio!». Il papa non cerca l’interesse dell'imperatore nella pace; un modo sarebbe se l’imperatore proprio pugno facesse delle offerte segrete ai nepoti papali ! (* Diario di Lamberg neil’A r eh i v i o Lamberg di Ottenstein). Quanto poco conosceva Clemente XI questo ambasciatore ! 6 * « Bimane X. S. sempre più sorpreso di sentire che tuttavia costi si per- sista nel non voler ricevere un ministro Apostolico, che si manda dal Vicario