36 ('temente XI. 1700-1721. Capitolo II. pato il guanto di sfida.1 La convenzione che il duca di Parma aveva dovuto concludere nel dicembre 17062 rinnegava non soltanto la suprema sovranità pontificia ma, coH’arbitraria imposizione dell’imposta di guerra al clero, implicava anche una lesione dei diritti ecclesiastici. Clemente XI rifiutò perciò subito la sua approvazione, proibì al duca come suo vassallo di eseguire la convenzione e comminò pene canoniche a tutti coloro che avessero riscosso gl’imposti tributi.3 Particolarmente offeso si sentiva il Papa anche per il fatto che le truppe imperiali che avevano preso il loro quartiere d’inverno nei ¡nominati principati erano in gran parte protestanti e fecero tenere dai loro pastori militari funzioni religiose eretiche. Ma le sue lamentele .su ciò rimasero presso l’imperatore senza effetto, come senza effetto rimase presso i generali imperiali la proibizione di imporre al clero arbitrariamente delle imposte. Il principe Eugenio arrivò persino al punto da esercitare pressione sui sacerdoti riluttanti coll’aumentare gli acquartieramenti a loro carico e da esigere dai conventi più ancora di prima.4 Clemente XI fece minuziose consultazioni, ordinò che nelle chiese principali si esponesse il Santissimo e per tre giorni si innalzassero particolari preghiere, affinchè egli in questa difficile situazione prendesse la giusta decisione.5 II risultato fu che egli riconobbe suo dovere di levare solennemente la voce contro l’offesa ai diritti civili ed ecclesiastici della Santa Sede. Il 26 luglio 1707 veniva estesa una bolla la quale, con richiamo alle costituzioni di Leone X nell’anno 1515 e di Urbano Vili nel 1641, dichiarava nulla ed irrita la convenzione degli imperiali col duca di Parma; chi ponesse le mani sui ducati di Pai-ma e Piacenza e imponesse al clero di colà acquartieramenti e contribuzioni, come pure tutti coloro che ciò approvassero o aiutassero a fare, qualunque fosse il loro stato o dignità dovevano essere colpiti dalla scomunica maggiore.Il 1" agosto la Bolla venne pubblicata coll’affissione alle porte di S. Pietro, del Laterano e negli altri soliti luoghi assieme a due monitori, l’uno dei quali era rivolto contro le offese del duca Vittorio Amedeo II di Savoia alla giurisdizione ecclesiastica e l’altro contro i regi impiegati in Aquila per l’espulsione di quel vescovo.T i Giudizio di BkoscIh. non certo teuero per il Papa (II 37). - Cfr. sopra p. 33 s. 3 Cfr. Budkh I 1070. * Ci.kmkntis XI Opera. Epist. 375; Bull. XXI 292 ss. ; Menzel IX 470. » Cfr. la relazione di 1!. Nani del 21 niaggio 1707 in Brosch II 38. « Bitder I 104*5 ss. i Ivi I 1087 ss. Cfr. Landau 277 ss. : Carutti, storia del regno (li Viti. Amedeo U 05. 107. 208. 214 s.. 303.