Rottura fra Spagna e Roma. 51 1709 promise di fare un’inchiesta e di porre rimedio,1 ma ancora tutto il maggio e il giugno continuarono nel ferrarese le truppe dell’imperatore a commettere violenze ed imporre contribuzioni.2 Nello stesso tempo Clemente XI si vide esposto alle più gravi ostilità, anche da parte di Filippo V. Già da anni egli aveva visto con preoccupazione le tendenze gallicane che il Governo di Madrid perseguiva per mezzo di Amelot e Orry. Il Papa doveva combattere continuamente per il mantenimento dei suoi antichi diritti ecclesiastici in Spagna.3 L’influsso della Santa Sede sull’Inquisi-zione, come il tribunale della nunziatura e l’immunità ecclesiastica, erano una spina nell’occhio del governo assolutista. Prima della battaglia di Almansa (27 aprile 1707) erano stati imposti al clero dei contributi, ma salvaguardando tuttavia l’immunità ecclesiastica. Dopo la vittoria, Amelot e la principessa Orsini, che tutto poteva presso il re, vollero fare un passo avanti. Come ai laici così anche agli ecclesiastici doveva venire imposto un cosidetto dono volontario in danaro. Il Papa si dichiarò contro questo evidente tentativo di tassare arbitrariamente il clero 4 e, siccome Luigi XIV si pose in questa questione dalla parte di Clemente XI, a Madrid si decise di battere in ritirata. Co6Ì il tentativo di introdurre in Spagna i principi gallicani venne fatto naufragare.6 Ma quando al principio del 1709 il Papa venne costretto a promettere agli imperiali il riconoscimento di Carlo III, seguì la rottura fra Roma p Madrid. Alla voce ammonitrice di Luigi XIV non si volle dare ascolto ed invano questi fece presente a suo nipote che il Papa aveva ceduto soltanto alla forza. Invano egli sconsigliò di rispondere all’invio di un nunzio a Barcellona con l’espulsione del nunzio a Madrid e col richiamo dell’ambasciatore romano, poiché tali misure potevano giovare soltanto al nemico. “ Sordo contro tutte le esortazioni moderatrici, il mal consigliato Filippo V ricorse alle più gravi rappresaglie. Nel maggio era stato richiamato da Roma il duca di Uzeda.7 Ora venne bandito dalla Spagna anche ii nunzio Zondadari che nei giorni più tristi e pericolosi s’era mantenuto fedelmente accanto al re, e la nunziatura di Madrid venne chiusa. Un editto di Filippo V del 29 giugno 1709 sequestrava tutte 1 * Originale ivi. a * Lettera di Paolucci a Piazza del 6 maggio, «il martirio si soffre o per dir meglio continua soffrirsi », 18 maggio, 1, 15 e 20 giugno 1700, A unzial. di Germania loc. cit. 3 Kaudrixj.abt I 302 s. * Clementi« XI Opera, Epist. 3i)0 s., 420 ss. s Ivi 303 ss. « Ivi 316 ss. : Buder II 291 s.