La rivolta degli avvocati. 733 a pregandosi altri funzionari superiori, ma questi « agrimensori spirituali » non giunsero a nessuna decisione.1 L’ordine di silenzio si dimostrò impotente a ristabilire la ! ¡ce. Il Vintimille si era lamentato in un memoriale al re, che il Parlamento avesse accettato un appello per abuso contro la sua r istorale; egli teneva fermo a tutte le accuse contro i 40 avvo- < ati, anche al rimprovero di eresia. Allora il governo riservò a la decisione suH’appello, vietò ogni contesa ulteriore, e lasciò libera la pastorale sequestrata.2 Ora gli avvocati fecero strepito. Se siamo eretici, essi proamarono, allora siamo indegni di continuar ad esercitare il nostro ufficio; e il 25 agosto sospesero effettivamente la loro attività, dopoché due giorni innanzi 300 di loro, con gran concorso i popolo, si erano recati invano dal primo presidente, e quindi al procuratore generale, per ottenere la soppressione della pa-torale arcivescovile.5 Questa condotta provocante ebbe però i uoi effetti anche sulla parte opposta. Se il re non faceva nulla >ntro gli avvocati, Clemente XII minacciava d’intervenire; il >.rd. Rohan dichiarò, che non comparirebbe più a Corte; il maresciallo Villars, poi, opinava che 20 degli avvocati si dovessero npiccare, 20 inviare alla Bastiglia, 20 in bando. Fleury si limitò bandirne 10, su di che i loro colleghi si dichiararono pronti al martirio. Ma il coraggio del martirio non era però così grande. Allorché furono passate settimane e settimane senza che il averno si curasse di loro, essi cedettero; il 26 novembre ripresero la loro attività. Un editto regio trovò anche la via di rappacificare l’arcivescovo.4 La rivolta degli avvocati, dunque, per sé non fu importante, ma lo divenne per le sue conseguenze : il Parlamento afferrò avidamente l’occasione di misurarsi col governo e mostrargli la propria forza. Gli anni 1731 e 1732 abbondano di attriti fra la f orona e la influente corporazione. Si venne a scene tumultuose entro lo stesso Parlamento; il primo presidente, che passava per ‘roppo favorevole al governo, venne addirittura vituperato, e invece i capi del partito opposto celebrati come eroi, come « romani » e « spartani ». Più focoso di tutti si mostrò, al solito, ' abate Pucelle; egli disse il 30 luglio chiaro e tondo, che la fonte di tutti i guai era l’educazione data dal Fleury al re; era necessario toglier via le barricate erette intorno al trono, perchè 1 Fi.ei ky LXXIII 483-485; CsorsAZ-OBÉTET 44s. 2 Del 20 luglio 1731. Hahdy 238. * Ivi 235)8. 4 Ivi 240ss. Sulla soddisfazione di Clemente XII vedi la ’relazione del *urd. Gtenfnegos del 2!* dicembre 1731, Archivio dell’Ambasciata Austriaca presso il Vaticano.