204 Clemente- XI. 1700- 1721. Capitolo V. ficoltà che la Bolla trovava in Francia e mostrargli così che non era per leggerezza che si negava obbedienza ; l’altro1 era una esposizione teologica degli argomenti trattati dalla Bolla ed era destinata per i vescovi francesi, ai quali tutti si doveva chiedere la firma. Ma già la proposta di compilare questi due documenti suscitò contraddizioni. Cinque dei 15 opinavano che convenisse limitarsi ad esporre le difficoltà, perchè circa la dottrina non si raggiungerebbe mai l’accordo. Tuttavia in tre commissioni, di cinque vescovi ciascuna, si lavorò intorno ai due documenti; ma passarono mesi e mesi, e non si raggiungeva mai alcun risultato. Gli uni non volevano alcuna dichiarazione, ma semplicemente che la Bolla fosse respinta. Noailles invece era per le dichiarazioni e per l’accettazione della Bolla in base a queste, ma non si sapeva bene se quando si esprimeva in tale senso, facesse sul serio. Come dicevano i suoi amici, egli teneva nel fuoco due ferri : un documento, l’esposizione delle difficoltà, doveva servirgli per respingere possibilmente del tutto la Bolla; che se questo fosse impossibile, l’altro documento, l’esposizione della dottrina, avrebbe almeno addolcita l’accettazione della Bolla.3 Finalmente il reggente perdette la pazienza e nel febbraio e nel marzo 1716 insistette ripetutamente perchè si chiudessero i lavori. Almeno il documento con le obiezioni venne anche finalmente terminato e si elessero due delegati per portarlo a Roma, in nome del re. 4 Ma quando i vescovi si accinsero a dare le loro firme si scoperse che Noailles di nuovo, come aveva fatto altra volta,5 s’era permesso un arbitrio inaudito: delle 14 difficoltà egli ne aveva cancellate quattro, di proprio pugno. Ne nacque un subbuglio e i delegati dovettero partire il 14 manco senza il documento, che venne loro spedito dietro, quando furono composte le nuove divergenze circa le quattro obiezioni che mancavano. • Che l’accettazione della Bolla con le spiegazioni fosse in realtà intesa solo come una ripulsa in forma cortese, venne detto nell'assemblea dei 15 apertamente.T Come essi considerassero la loro delegazione a Roma appare già dalla scelta dei delegati. Il prescelto era Chevalier, uno dei vicari generali di Bissy in Meaux; ma il suo stesso vescovo, dopo inutili rimostranze presso il reggente, ritenne necessario in una circolare * diretta ad alcuni suoi colleghi in episcopato, di assicurare che egli non aveva al- i Ivi 777 ; efr. 700. a Ivi 7fi7s. a Ivi 771. * Rvcueil dr dirrrsm difficHltfa, ivi 755-780. s Vedi sopra p. 137. » ILouah.1 773, 780. t Ivi 772.