Diverbi fra Clemente XI e l’ambasciatore di Spagna. 123 tutto questo perchè era stata, non proprio rifiutata, ma soltanto differita la concessione di una grazia, poiché tale era il trasferimento di Alberoni a Siviglia. 1 Alla fine di marzo Acquaviva pretese inoltre: qualora venisse concesso agli imperiali il passaggio attraverso lo Stato della Chiesa, il Papa avrebbe anche dovuto permettere che la flotta spagnuola si concentrasse nei porti di Civitavecchia e Ancona.2 Ciò Clemente XI non poteva concedere. Si arrivò a violenti diverbi tra il Papa e Acquaviva, il cui stato d’animo era già irritato da un, conflitto con Falconieri, governatore di Roma.3 Siccome le notizie sugli armamenti spagnuoli erano sempre più minacciose, il Papa, il quale per il suo contegno misurato quando Filippo V ruppe la pace, si vedeva esposto ad attacchi sempre più insistenti4 dichiarò: qualora il re invece di combattere i turchi impedisse nuovamente all’imperatore di resistere contro gli infedeli, egli sarebbe costretto a revocare al governo spagnolo tutti gli indulti per la tassazione di beni ecclesiastici, poiché scopo di tali indulti era sempre il promuovere la guerra turca. Anche sull’Albe-roni che il Gallas accusava di essere in rapporto coi ribelli ungheresi, anzi perfino coi turchi, Clemente XI si espresse ora più chiaramente. Un uomo, così egli dichiarò, che dirigendo il governo spagnuolo fu il promotore dell’impresa contro la Sardegna e sta perfino ini sospetto di connivenza con gli infedeli, non può venir nominato arcivescovo di Siviglia. Bisogna prima che Alberoni rimuova da sé tale sospetto. Circa le diocesi di Vico e Tarragona ¡1 Papa chiese il ristabilimento dello statu quo. A questo punto di vista Clemente XI tenne fermo, per quanto Acquaviva minacciasse perfino una rottura totale.5 cnto a veder per lo piti rivoltati contro questa S. Sede quegli stessi, che da lei sono stati piti distintamente beneficati, non può tuttavia imuginarsl mai, che il sig. card. Alberoni, la cui promozione costa tanto a N. S., voglia seguirne l'esempio, con sostenere l'impegno preso, senza alcun colore, e non debba pii) tosto procurare colla sua autorità e prudenza di toglier di mezo quegli ostacoli, che unicamente gli ritardano il conseguimento della desiderati! traslazione ». Nunziat. di Spagna ‘¿12, loc. cit. 1 * Paolueci ad Aldrovandi il 15 febbraio 1718, ivi. * Acqnaviva a Alberoni il 22 marzo e 4 aprile 1718, in Professione 177 e in Arch. stor. Piacent. Ili 170. * Professione 178 ss. 4 II Papa, così * scriveva Paolueci il 15 febbraio 1718 ad Aldrovandi, vede decadere il suo prestigio presso altre nazioni « dalle troppe cautelate e circospette misure guardate unicamente per non dispiacere al Re Cattolico circa la divulgazion dell’orrenda mancanza ». Xunziat. di Spagna 212, loc. cit. 5 Vedi le tre ‘lettere di Paolueci ad Aldrovandi in data 2 aprile 1718. Nella seconda si legge: «Certo è, che senza di ciò non potrà mai indursi S. S. a far nuove grazie a un soggetto, che, per stare alla testa degli affari di '■«testa monarchia, è considerato per autore di tutto il presente sconvolgimento e de’ danni, che ne derivano alla cristianità et alla publica quiete». Ivi