302 Clemente XI. 1700-1721. Capitolo VII. si tentò in Cina; appena calcata la terra straniera il missionario cessava il più possibile d’essere europeo per diventare soltanto un cinese fra i cinesi. Ma ecco che proprio con tale sistema i missionari vengono ad impigliarsi nella peggiore di tutte le difficoltà. Ben presto si disse che essi alla loro predilezione per la Cina sacrificavano il cristianesimo, persistendo in tale atteggiamento in aperta ribellione contro la Santa Sede. Cominciava così il conflitto sugli usi cinesi, la celebre questione dei riti la quale in tutta la storia dell’ordine costituisce forse contro di esso l’accusa più fatale.1 Il progetto di prendere saldo piede nell’Asia orientale cominciando anzitutto dai popoli della Cina risale a Francesco Saverio. I suoi viaggi innumerevoli non sono d’attribuirsi al naturale spirito d’avventura del navarrese e nemmeno esclusivamente al suo dovere d’ispezionare ovunque, come superiore, i suoi confratelli. Essi miravano specialmente a scoprire il punto dal quale si potesse intraprendere la cristianizzazione dell’Oriente. Ricorrere per il momento a sacerdoti indigeni, tratti dai popoli dell’india orientale, gli sembrava impossibile. Ciò che egli aveva potuto imparare a conoscere degli indigeni in Mailacca e nelle Molucche non faceva nutrire migliori speranze; ovunque incontrava quel carattere molle, sognatore e poco intraprendente che non poteva servire molto. A questo punto gli fu detto che nel Giappone vi era un altro tipo d’uomo e il sopraluogo lo persuase che le promesse non avevano esagerata la realtà. Senonchè gli stessi giapponesi di fronte a lui indicavano i cinesi come loro insegnanti e maestri. Con ciò dunque, dopo infinite fatiche, egli aveva guadagnata la convin- 1 Una storia soddisfacente del conflitto dei riti non esiste e per ora non è possibile. Dopo la proibizione del 1710 non fu più permesso ai gesuiti di pubblicare per parte loro i documenti, mentre i loro avversari non si curarono di tale proibizione. Il meglio che per ora possediamo è l’articolo di Giuseppe Krucker nel Dict. de theol. Chat. II 2304-2392, che si basa su studi manoscritti. Sugli inizi del conflitto inerita attenzione oltre lo scritto di Maas (vedi sotto p. 304, n. 3) specialmente la narrazione di Riermanx (cfr. voi. XIII 779. n. 7 della presente opera). Tutto il conflitto tino al 1800 è trattato in maniera tendenziosa da A. Thomas [Planchet?] : Ilist. de la Mission de Pekin. Parigi 1923. Una delle sue fonti principali è indicata da Thomas colla sigi11 M. C. M. Sono queste le Mémoire» de la Congrégation de la mission IV-' !■ Parigi 1865 che a loro tempo essendo comparse contro la proibizione ecclesiastica dovettero venir ritirate (nuova edizione dei volumi riguardanti la Cina-Parigi 1911-1912). Ponte di queste memorie oltre alcune lettere deH’arcbi'io dei lazzaristi sono gli Anccdotes su Vétat de la reìigion dans la Chine, setti' volumi, Parigi 1733 lino al 1742 (del giansenista Villkrmaule) ; Le memori' storiche dell’em. Msgr. Cardinale V. Tournon, otto volumi, Venezia 1761 fill° al 1762; Réflexions du secrétaire de la Propagande sul memoriale del generai»' dei gesuiti Tamburini. Il libro di Jann si limita sostanzialmente ad estratti dai decreti pontifici.