399 997 quale documento di una tendenza restrittiva dei diritti popolari, perchè essa emanò dal consenso popolare, siccome legittima e necessaria reazione contro gli abusi della licenza. Era un atto di polizia politica, per restituire un sano equilibrio interno, non di politica costituzionale. La revoca, deliberata dal placito ducale, del presunto privilegio ottomano concesso ai Cavarzerani, non era attentato all’ autonomia locale, ma, se mai, a riparo di abuso, che offendeva l’integrità territoriale (1). Alla stessa stregua gli ordinamenti indigeni della terra dalmata, di recente annessione, non furono toccati (2). Il governo locale dei priori fu mantenuto nella sua interezza, non diminuito neppure dalla parvenza di un tributo, quale prova tangibile di ricognizione del dominio veneziano. Non ha dunque tutti i torti il diacono Giovanni, quando ascrive a merito di Pietro Orseolo di aver retto più di ogni altro il suo popolo con senso di equità non disgiunta da fermezza, nell’ordine politico esistente, senza velleità di pericolose novazioni (3). (1) Bellemo, Il territorio cit., p. 291 sg. (2) Cfr. Brunelu, Storia cit., I, 279 sg. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 171.