446 Innocenzo XIII. 1721-1724. Capitolo I. tempo ». Vengono quindi riassunti ancora una volta tutti gli addebiti contro il Papa defunto: i Sette vedono nella Bolla «la religione attaccata nei suoi dommi, la gerarchia nei suoi diritti, la morale cristiana nelle sue fondamenta e nel suo spirito » ; essi ci vedono « le regole della disciplina penitenziale sovvertite, l'An-tico e il Nuovo Testamento gettati insieme in un fascio nel loro punto specifico differenziale, l’onnipotenza divina sottomessa alla libertà dell’uomo, diverse verità compromesse, il linguaggio più sacro della Scrittura e della Tradizione proibito. Questa è la nostra querela, e la nostra querela è il nostro delitto; ma sembra che ormai un solo delitto sia Castigato sul iserio: il delitto di seguire fedelmente la tradizione dei nostri padri ». Mentre la prima parte della lettera biasima il contenuto della Bolla, la seconda biasima i modi della sua pubblicazione.1 Vi si afferma, che il Noailles, perchè avversario della morale lassa, era stato attaccato dai difensori di questa morale, che in Cina permettono addirittura l’idolatria. Si sarebbe dovuto comunicare all’arcivescovo quel che si trovava da riprendere in un libro approvato da lui. Così pure il Quesnel era stato condannato con un procedimento, che non sarebbe stato tollerato neppure dalla Roma pagana; lo si sarebbe dovuto ascoltare prima di condannarlo. Era più chiaro del giorno, che la condanna delle 101 proposizioni era avvenuta in base a relazioni inesatte. L’indagine dell’affare doveva esser fatta in Francia stessa, i vescovi che non avevano accettata la Bolla dovevano essere ascoltati. Ma, mentre Cristo vuole che la scomunica sia adoperata solo contro coloro che non ascoltano la Chiesa, Clemente XI se n’era servito contro vescovi, che si rifugiavano nella Chiesa. Seguono lagnanze sul trattamento della Sorbona; lagnanze sulla condanna di libri apparsi « per la difesa della verità », mentre scritti pieni di dottrina corrotta venivano permessi o addirittura stampati e diffusi su comando del Papa; lagnanze, infine, perchè l’appello al Concilio è qualificato d’eresia. Quindi i sette vescovi richiedono, che Innocenzo XIII dichiari surrettizia la Bolla del suo predecessore e così ponga fine ai dissidi, I loro desideri sarebbero pienamente appagati, se egli volesse convocare un concilio universale. La lettera dei Sette porta la data del 9 giugno 1721, ma giunse a Roma, passando per l’Austria, solo in novembre, perchè Rlj autori si erano adoperati invano a Vienna per ottenere l’assenso dei vescovi austriaci.2 Nel novembre il loro memoriale appai"' e anche a stampa, in latino e in francese, occupando 90 pagina in-4°. 1 [Cadry] III, sect. 2 p. 13i> ss. 2 Fleuby LXXI 170.