Impressione disastrosa dell’attacco alla Sardegna. Ili Stupore e indignazione colsero il mondo cristiano alla notizia di questi avvenimenti. Indescrivibile fu la delusione del Papa. Quando giunsero a Roma delle voci sui progetti di Filippo V, egli non vi volle prestar alcuna fede; era incomprensibile per lui che il re spagnuolo, macchiando il suo onore e la sua coscienza, come scrisse il Cardinal segretario di stato il 1° agosto 1717, sotto la pia apparenza di prestare un pronto soccorso contro i turchi, suscitasse un incendio guerresco nella cristianità e a ciò si servisse proprio di una flotta il cui armamento era reso possibile soltanto dalle decime sui beni ecclesiastici, da quelle decime che erano state concesse esplicitamente per la guerra turca.1 Tuttavia le notizie si facevano sempre più insistenti. Acquaviva cercò ancora di tranquillizzare il Papa con una lettera del 5 agosto, mai già il giorno seguente sparì ogni dubbio. Quello che era sembrato mostruoso era divenuto una realtà e sul Papa piombò la più grave delusione del suo pontificato.3 La Spagna aveva aperto una valvola di sicurezza ai turchi e danneggiato gravissimamente la cristianità, specie l’infelice Italia. L’aiuto nella guerra marittima era ora senza scopo, la marcia trionfale dell’imperatore arrestata, poiché Carlo VI doveva adoprare ora le sue truppe per proteggere i suoi possedimenti italiani.3 Le promesse solenni di Filippo V e la 1 Nella * lettera di Paolucci ad Aldrovandi del 1° agosto 1717 sì legge ira altro : « Qual macchia finalmente contrarrebbe la gloria e la coscienza istessa di S. M. Catte», se sotto la bella e religiosa apparenza di mandare in Levante un valido soccorso potesse dirsi, ch’ella havesse nascosto il disegno di turbar la quiete della cristianità, e si fosse valsuta di quegli stessi sussidi et aiuti accordatile unicamente daUa ,S. S. in difesa della causa comune, per avanzare i suoi particolari interessi non solo alieni dal fine sudetto, ma totalmente contrarii. Onde potrebbe N. S. patire il rimprovero d'haver profuse grazie si singolari a chi dovesse poi si malamente abusarsene e rivolgerle contro il fine istesso, che la santissima mente di S. B. s’era unicamente prescritto nel concederle ». Xunziat. di Spagna 212, Archivio segreto pontificio. 2 Vedi sopra a p. 105 n. 4 la citata * lettera di Paolucci ad Acquaviva del 30 settembre 17li) che dando tino sguardo retrospettivo racconta tutto il conflitto. * Alla prima notizia dello sbarco in Sardegna che l’ambasciatore ebbe per corriere da Napoli, Paolucci scriveva il 17 agosto 1717 ad Aldrovandi : saputo dello sbarco in Sardegna, « si può V. iS. I. imaginare, fin'a qual segno habbia ciò ferito il cuore di N. S., il quale non può comprendere, come dopo una promessa si solenne, e dopo la promotione del S. card. Alberoni (calcolandosi, che la nuova di questa fosse giunta a Madrid più giorni prima di quel che carpassero le sudette navi e convoglio da Barcelona) venga ora corrisposto in una guisa, che fa orrore : non potendo nessun pretesto colorire qualunque diversione, che faccia la squadra dal suo dritto camino in Levante, si perchè ognun vede, che per il ritardo si renderebbe, sicome già si è resa, inutile in quelle parti, si ancora perchè obligherebbe, sicome pur troppo oblighera l’Im-Peratore a troncare il corso alle sue vittorie contro il comune nemico per richiamare le truppe aUa difesa de’ suoi stati. Sia però V. S. I. ben persuasa, che S. 8. prenderà quelle risoluzioni, che saranno più proprie: per riparare