Persecuzione in Cina. 760 del Tonchino nel 1737, il tedesco Gaspare Kratz di Golzheim presso Dtiren e tre suoi confratelli suggellarono con una morte sanguinosa la loro attività pastorale.1 Prima gesuiti, quindi cappuccini italiani sotto il prefetto Orazio della Penna, dall’india settentrioinale penetrarono nel Tibet. Col permesso del Dalai-Lama essi fondarono un convento a Lhassa e convertirono una serie di buddisti ; in ciò vennero anzi favoriti dal re nella loro libertà religiosa e dal Lama con una lettera di protezione.2 Clemente XII, a fine di appoggiare la loro opera e indurre i governanti ad accogliere il cristianesimo e guadagnare la loro benevolenza, inviò, tanto al re quanto al sommo acerdote, Brevi amichevolissimi e accondiscendenti ; però già ¡'anno prima era scoppiata una persecuzione, che tuttavia non mnientò la missione ; per allora i successi al Tibet non furono grandi. * Il missionario gesuita Romano Hinderer scrive sulla situazione n Cina il 24 agosto 1736: la persecuzione attuale è cominciata nel primo anno dell’imperatore Yong-cing, si è estesa nel secondo nno di lui a tutte le provincie, dura già adesso da tredici anni e diviene sempre più violenta.5 Fino al 1732 i missionari erano ollerati ancora, oltre che a Pechino, anche a Canton ; ma il 18 ago-to di quell’anno i governatori della città dichiararono loro che iavevano ritirarsi tutti a Macao, e l’ordine dovette essere eseguito. •>ccasione a questa misura fu data dall’accusa di maomettani, che a Canton si predicasse tuttora il cristianesimo contro il divieto imperiale.* Alle rimostranze dei missionari che Macao non pos-edeva nessun porto adatto per le relazioni coll’Europa, Yong-cing permise a circa tre o quattro di essi di rimanere a Canton ; riuscì inoltre, a prescindere da alcuni preti indigeni, a circa trenta mis-ionari europei di tenersi nascosti nelle provincie.T In una udienza l’imperatore rimproverò ai cristiani di non onorare gli antenati, 'ina simile empietà non poter tollerarsi. Gli Europei si riferirono 1 Fu. Obtma.vn, Librr de vita et pretiosa mortt vcn. P. J. O. Krat; et '"oiorum, Augsburg 1770; Kath. Missione» 1874, nn. 6 e 7. 2 \[insto Apostolica Thibetano-Seraphica. Romae 1738; Huo IV 12 ss. ; ■Urr* nella Fcstschrift i«t G. Schnurer, Paderborn 1930, 128-207. * Laitnat, llist. de la missitm dii Tibet I 30. * Breve del 26 febbraio 1733. Ius pontif. VII 110, n. IX. » * Icsuilica in yen. fase. 16. n. 278, Archivio di Stato di Mo-a c o. « Wolfg. Steiupock, * Cotnj>endiosa narratio persecntionis Cantonicnsis nota? a. 1732 contra religionem christianam. del 15 maggio 1733. ivi n. 277. l'fr. Le Roux des Hautesrayes in De M aili.a XI 404s. ' * • Praeter aliquot sacerdote» Sinenses in variis iinperii provinciis agunt «•culti Europaei sacerdote# fere 30, singularique Dei provindentiae tribuendum, 'itiod nulius ad liaec usque tempora dennntiatus sit». Steinpiick loc. clt. I’astor. Storia dei papi. XV. 40