La dottrina di Quesnel intorno alla Chiesa. 171 religione.1 Ora il pagano e il peccatore non hanno questo amore divino e da ciò, secondo Quesnel, consegue che tutto quello che essi fanno è peccato. Quesnel infatti conosce soltanto due specie di amore nell’uomo, dalle quali derivano tutti i moti della volontà o le azioni: l’amore di Dio che fa tutto per volontà di Dio e l'amore di sè e del mondo; un qualche cosa di mezzo non esiste. Quando nel cuore del peccatore non domina l’amore divino disinteressato, allora vi domina la passione della concupiscenza che guasta senz’altro tutte le sue azioni.2 Come risulta dagli scritti di Quesnel, queste proposizioni ' si Imsano sopra la doppia dilettazione di Giansenio1 delle quali l’una viene dal cielo per impulso della grazia e l’altra dalla terra, dalla concupiscenza. Queste due specie di diletto combattono fra loro e l’uomo segue immancabilmente quella che prevale. Questa dottrina è, secondo Fénelon, la vera radice del sistema di Quesnel. Oltre le dottrine di Baio e Giansenio sulla grazia Quesnel sostiene anche le opinioni di Richer intorno alla Chiesa, nel senso che egli ammette ai superiori ecclesiastici il potere di escludere dalla Chiesa, soltanto colla premessa del consenso della Chiesa tutta. * Secondo lui del resto la Chiesa è costituita soltanto dai giusti e dagli eletti.6 Egli esige inoltre la lettura della Sacra Scrittura che dichiara necessaria anche per gl’indotti.7 Nell’am-ministrazione del sacramento della penitenza si attiene ai prin-cipii rigoristi di Arnauld 8 e della scomunica parla in modo che si comprende chiaramente che egli disprezza come ingiusta la scomunica inflitta a lui stesso.0 1 N. 53, 58. * X. 44 *5. 3 N. 73-78. 1 I’oichè tale opinione non si rivela nelle 101 proposizioni ed è sostituita dall’elogio dell'onnipotenza di Dio, taluno opinava che Quesnel avesse lasciata nulere questa dottrina dei suoi predecessori giansenisti. Ma un buon cono--iltore come Montagne giudica (De grafia di**. 12. art. fi I Migne, Cursus Ihfol. X 038]): «En famosum duarum delectationum indeliberatarum princi-l'ium, quod ex Jansenio depromptum centies in suis memorialibus et apologe-ticis scrlptis obtrudit Quesnellus ». Del pari Fìkelor: «Quelle est donc la doctrine du P. Quesnel? C’est le système des deux délectations... C’est pour soutenir ce système que le P. Quesnel... s'est réfugié en Hollande. Yoild précisément la doctrine condamnée par l’Êglise dans les propositions du livre du P. Quesnel» (Mémoire *nr l’affaire des huit prélats: Œuvres VIII 2fKt. f,fr. Port.ujé nel Dict. de théol. cath. I 2548. Sulla doppia dilettazione cfr. la presente Opera, vol. XIII, p. 007 s. * N. 90. « X. 72-78. J X. 79-8T>. * X. 87, 88. * N. 91-93. Mcmi.KR credette di dover dire della proposizione 91 («il timore di tin ingiusta scomunica non ci deve trattenere dal fare il nostro dovere ») :