Divisione degli uffici. 11 La diligenza con la quale Clemente XI si dedicava non soltanto alle funzioni ecclesiastiche, ma anche agli affari, non avrebbe potuto essere maggiore.1 Avendo solo 51 anno, egli credeva di avere !a forza sufficiente per potere sbrigare da sè tutti gli affari più importanti. Il numero degli scritti vergati di propria mano da Clemente XI o da lui corretti che si trovano nell’archivio segreto pontifìcio e nella biblioteca Corsini è straordinariamente grande. Pochi papi hanno tanto scritto come lui e di nessun papa perciò esistono tanti autografi.2 La bellezza del suo stile venne riconosciuta anche da coloro ai quali per il resto non era simpatico. 8 A segretario di Stato Clemente XI nominò il cardinale Fabrizio Paolucci, uomo eccellente, a lui intieramente devoto e i cui lineamenti di nobile saggezza ci ha conservati lo scultore Pietro Bracci.4 Datario diventò il Cardinal Sagripanti, il quale, rigido nel suo ufficio, si tenne lontano da ogni politica. Gli altri uffici importanti vennero distribuiti a coloro che il Papa conosceva meglio e sulla cui devozione poteva contare.8 II suo parente Fabio degli Abati Olivieri divenne segretario dei Brevi, Ulisse Giuseppe Goz-zadini segretario dei Brevi ai principi, Curzio Ulrico segretario dei memoriali, Guido Passionei segretario della cifra, Gian Domenico Paracciani uditore, Tommaso Ruffo maestro di camera, Carlo Colonna maggiordomo, Giovanni Maria Lancisi archiatra pontificio. Come segretario dei Brevi latini servirono Clemente XI il Zeccadoro, il quale cadde vittima di un assassinio nel 1702, 1 Un * Avvino Mnrescotti del 18 dicembre 1700 riferisce: «Il Papa aveva una febbre leggera ; credesi cagionatagli dalla grand’applicatione che mette negl'affari, de’ quali non traspirano le determinationi, mentre opera senza l'intiera confidenza d’alcuno, scrivendo di proprio pugno e passeggiando con la penna in mano va notando secondo si ricorda». Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma. 2 Questi autografi sono per lo più conservati nella grande collezione * Misceli, di Clemente XI nell’A rchivio segreto pontificio, altri nella Biblioteca Corsini in Roma. I primi furono utilizzati specie da Pometti, i secondi da Sentis (141 ss.). Numerosi altri materiali nella Biblioteca Albani di Urbino, purtroppo inaccessibile, sulla quale si consulti E. Ghehabdi, Guida di Urbino, Urbino 1890, 111 ss. ; E. Calzisi, Urbino, Rocca S. Casciano 1897, 125 s. ; Mazzantini, Inventari 73 ss. 3 In una * lettera di Luigi XIV al cardinale De la Tremolile del 13 settembre 1706 si legge: « Le Pape croit trop souvent que sa principale force consiste dans ses lettres mais quelque talent qu’il ait pour les composer avec «'•loquence, la persuasion n’est pas attachée à la beau té dn style ». Copia nell'A r-chivio di Stato di Vienna. 4 Busto nella sagrestia di S. Giovanni e Paolo in Roma, tomba in iS. Mar- cello ; vedi v. Domabus, P. Bracci 11 ss. * Vedi la relazione di N. Erizzo in Cbcoiietti II e * quella di Lorenzo Tlepoio del 1712, Archivio di Stato di Vienna, estratto in Ranke III 214 *. Cfr. Pometti XXI 315 ss.