422 Innocenzo XIII. 1721-1724. Capitolo I. famiglia, la stessa d’Innocenzo XII, godeva dello speciale favore della corte imperiale, e inoltre anche di una certa considerazione da parte della Francia. Solo il fatto, che suo fratello, il viceré di Sicilia, si fosse tanto distinto al servizio degli Absburgo nella riconquista di Napoli, dava luogo — oltre la salute costantemente malaticcia del cardinale — a qualche difficoltà del partito borbonico. Invece l’essere stato il primo cardinale nominato da Clemente XI lo raccomandava al favore dell’Albani. Ambedue i gruppi, Austria e Albani, patrocinarono difatti seriamente in conclave la sua nomina, che era destinata a fallire solo per l’opposizione della Spagna. Anche il Corsini al principio del conclave era in grandissima considerazione; indipendente dai suoi congiunti, coltissimo e gagliardo di spirito, leale e giusto, egli godeva la fama migliore. Da principio l’Austria lo patrocinò; ma furono contro di lui taluni impedimenti da parte francese, spagnuola e — per la questione ardente della successione in Toscana 1 — anche tede- a. Il Gozzadini, uomo dotto e di spirito retto, di esteriore piacente, venne preso in considerazione da parte imperiale. Ma interessi francesi e forse anche la considerazione dei suoi parenti numerosi e bisognosi gli furono contrari. Il Conti era noto come abile ed esperto del mondo;2 egli 'apparteneva ad una famiglia nobile ragguardevole, che aveva dato già molti papi. Da nunzio in Portogallo ed in Svizzera aveva guadagnato esperienze e simpatie, e anche presso l’imperatore godeva considerazione. Poiché le sue relazioni particolarmente strette con Lisbona non facevano difficoltà, anche la Francia rivolgeva gli occhi su di lui. Altre creature di Clemente XI avevano minori probabilità, ma pure erano da prendere in considerazione. Il gesuita Tolomei era personalmente inattaccabile e stimato. Troppo vecchi e acciaccati erano il Paracciani e il Vallemani. Il Fieschi, che da parte della famiglia era legato strettissimamente alla Francia, e Ignazio Caracciolo, che come napoletano incontrava difficoltà politiche, non s’imponevano all’attenzione generale; e così il Cusani, che mostrava grande inclinazione per la Francia, e lo Scotti, nella casa del quaile pure non si parlava molto bene dell’imperatore. Ostacoli prevalentemente personali si opponevano al Patrizi ; come al Fabroni, capo dbgli zelanti, per la sua posizione verso la Francia nella pubblicazione della Bolla Umgenitus. 1 Ivi 13. 2 * « È di complessione non sana, di naturale politico... I suoi parenti s"»0 stimati Angioini ini egli troppo giovane per esser eletto» [aveva 00 anni ]■ Carattere dei cardinali, loc. cit. s D’altra parte si censurava il suo attaccamento all'Austria ; cfr. Petbi celli IV 7.