130 Clemente XI. 1700-1721. Capitolo IY. 1720 egli chiedeva a Genova l’estradizione del fuggiasco1 e la stessa domanda fecero Filippo V, l’imperatore e il duca di Parma, ma tutti questi sforzi s’infransero contro la risoluta resistenza della repubblica, la quale rifiutò persistentemente la estradizione.2 Mentre si trattava ancora di ciò, Clemente XI fece avviare il processo contro l’Alberoni, della cui colpa egli era persuaso in antecedenza. Per stabilire il modo di procedere contro un membro del sacro collegio, egli ordinò anzitutto di raccogliere nell’archivio segreto pontificio tutte le notizie intorno ai processi contro cardinali. 3 Poi convocò una congregazione di cardinali che iniziò le sue sedute al Quirinale il 19 marzo 1720. Erano presenti Astalli, Tañara, Paolucci, Barberini, Corsini Paracciani, Fabroni, Ville-mani, Conti, Zondadari, Tolomei, Corradini, Scotti, Bentivoglio e Annibaie Albani. Il Papa incaricò i presenti a deliberare se si dovesse avviare il processo contro l’Alberoni, in favore di che militavamo tre ragioni: Io che l’Alberoni lo aveva ingannato circa l’aiuto contro i turchi; 2° che Filippo V designava il cardinale come promotore delle misure ostili alla chiesa nel vescovado di Tarragona ; 3° che ì’Alberoni non aveva mai detto messa nè aveva ricevuto nemmeno la Comunione pasquale. La risposta dei cardinali data il 22 marzo suonò in favore dell’apertura del processo. Siccome si trattava di un cardinale, non bastava incaricare di condurlo il giudice ordinario, Yuditore della Camera apostolica. Il Papa nominò perciò una speciale commissione giudiziaria, composta dei cardinali Astalli, Scotti, Tolomei, Imperiali e Corsini, ai qualli più tardi vennero ancora aggiunti i cardinali Casoni e Francesco Barberini.4 La commissione inviò all’Alberoni una citazione che però non gli potè venire consegnata, giacché dopo il 22 marzo si teneva nascosto in luogo incognito.5 Ciò non impediva però che l’Alberoni in manifesti molto abili si difendesse risolutamente contro le accuse presentate.6 a Venezia del 12 agosto 1718 (Olementis XI Opera, Eplst. 2301) Clemente dice chiaro : « Non aliud profccto Nos antiquius in votis habebamus, quam ut suscep-tum cum imanissimo Christian! nominis hoste bellum strenue continuaretur... ; quoniam vero homimvm peccata et Nostra potissimum fecisse credimus, ut alia consiUa publicae causae certe perniciosa inita fuerint, gravissimum, quem inde suscepimus moerorem etc ». » Professione 265 s. a Ivi 267 ss. Cfr. R. Quazza, La cattura del card. O. Albcroni e la Repubblica di Ocnova, Genova 1913; Idem, La lotta diplomatica tra Genova e lo Spagna dopo la fuga dell’Alberoni dalla Liguria, in Arch. stor. ital. LXXVII U920) 215-236. a Arata 55. * Arata 54 ss., 5S. « Professione 275; Arata 61. « Arata 87 ss.