1K2 Clemente XI. 1700-1721. Capitolo V. fondamentale del giansenismo,1 ma a Roma non si voleva far tutto in una volta.2 Ora egli tornò di nuovo sulla sua proposta, 3 ma il Papa frattanto ne aveva abbastanza delle esperienze con la sua costituzione contro Quesneil. * Clemente XI infatti non era soltanto malcontento degli otto vescovi della minoranza, ma assai poco soddisfatto anche della stessa assemblea del clero. Mentre ancora era radunata la commissione dell’assemblea il segretario di Stato scrisse al nunzio Bentivoglio5 essere strano che i vescovi pensassero di ripetere la procedura dell’assemblea del 1705. I vescovi non avevano da sottoporre al loro giudizio nè da interpretare la costituzione, ma solo da accettarla con sommissione. Su ciò volesse il nunzio insistere, e in caso di bisogno rivolgersi al re. Del resto, osserva il segretario di Stato, le censure della Bolla sussistevano di diritto anche se talune proposizioni condannate meritavano una o l’altra delle censure addotte, non di per sè, ma solo nel senso di Quesnel. Un mese più tardi il Cardinal segretario ripeteva lo stesso monito :0 non dovere il nunzio tollerare in nessuna maniera una dichiarazione, un’interpretazione, una limitazione della costituzione e a tutte le obiezioni contro le censure rispondere semplicemente che a Roma si capisce la teologia, si conosce Agostino e gli altri Padri; Calvino e Lutero avevano avuto sempre Agostino in bocca e così pure Giansenio, e tuttavia la Chiesa, che comprende meglio sant’Agostino, li aveva condannati; non voglia il nunzio lasciarsi ingannare dalla promessa di non usare i termini « giudicare e esaminare ». Se di fatto si fa l’esame, che cosa significa poi l’evitare tali espressioni? In tutti i giornali si può leggere che i vescovi esaminano la costituzione e trattano sulle proposizioni condannate. Volesse Bentivoglio pregare il re a porre un termine alla cosa nel minor tempo possibile. Anche dopo che l’assemblea del clero ebbe finito i suoi lavori, in Roma non si era soddisfatti del suo procedere.7 Colà venne interpretato male che l’assemblea avesse trascinato per così lungo tempo le sue discussioni dando così l’impressione che essa sottoponesse il documento pontificio ad un esame. Certo che colla i A Daubonton l'S giacilo p 4 agosto 1713, Œuvre* 167, 17*. Sulla cosiddetta « delectatio victrlx », cfr. sopra p. 171. Daubenton 11 1(5 settembre 1713 in Fénelon Vili 183 s. 3 A Rollan 11 27 luglio 1714, ivi 244. * Benedetto XIV attestò pili tardi quanto grande fosse il malcontento di Clemente XI perchè, contrariamente alle promesse del re, la costituzione non venne senz'altro accettata. De Hkeckeken I 31. 5 II 23 novembre 1713, in [Louail] 126 s. ® A .Bentivoglio il 21 dicembre 1713, ivi 129 s. t Daubenton il 24 febbraio 1714, in Fénelon, Œuvre» Vili 223.