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Clemente XI. 1700-1721. Capitolo I.
   lippo V. Ma simultaneamente anche il conte Lamberg chiese di poter pagare il tributo per l’arciduca Carlo. Il Papa, come era d’attendersi, rifiutò ogni accettazione di tributo e pubblicò una dichiarazione che l’omissione del pagamento del tributo non poteva portar pregiudizio a nessuna delle parti. Tuttavia Uzeda non lasciò cadere il suo proposito. Egli fece portare e legare in Vaticano segretamente uno scarnito ronzino da carrettiere, e ora voleva presentare la chinea al camerlengo, pagando un assegno di 7.000 scudi. Quando il camerlengo si rifiutò d’accettare, il rappresentante di Uzeda elevò protesta, ma lasciò indietro assegno e cavallo.1 Ai romani, buoni motteggiatori, questo strano incidente servì d’occasione per molti motti di spirito.2 Fuori di Roma esso venne in molte parti interpretato come una decisione in favore deH’imperatore. Più palpabili erano i successi che produceva nell’Italia superiore l’avanzata vittoriosa delle truppe del principe Eugenio: il 9 luglio i francesi vennero completamente battuti presso Carpi e poi cacciati sempre più avanti.
   Nella notte del 2 e 3 luglio 1701 era giunta in Roma la notizia dell’entrata degli imperiali nel territorio di Ferrara. Vi era in ciò una lesione della neutralità pontificia la quale smentiva tutte le promesse fatte finora e causò al Papa grande amarezza.:ì Quando Clemente XI si lagnò di fronte al Lamberg il 4 luglio di questi soprusi, egli fece rilevare che ora gli spagnuoli e i francesi ne davano trionfando la colpa al Papa; aver essi dicono tante volte messo in guardia e tutto preveduto. Da prima si riuscì ancora con scuse e promesse a calmare Clemente XI.4 Ma un avvenimento nell’autunno seguente doveva indisporre il Papa ancora più seriamente. In causa dei successi del principe Eugenio gli imperiali divenivano sempre più arditi e colla cooperazione del Lamberg e dell’austrofilo cardinale Grimani, da alcuni nobili napoletani malcontenti venne fatto in Roma il tentativo di provocare a Napoli una sommossa per abbattere il dominio dei Borboni e mettere alla testa l’arciduca austriaco Carlo. L’impresa fallì, ma il fatto che un progetto così pericoloso avesse trovato appoggio nella sua capitale doveva spingere il Papa ad uscire dalla sua posizione finora imparziale e a mettersi dalla parte dei francesi. Dunque, si diceva in Vaticano, l’imperatore vuol portare la fiaccola della guerra che finora minacciava soltanto la frontiera settentrionale dello stato della Chiesa anche alla fron-
    1	Ofr. Landau G7 ss. ; Klopp IX 300 ss., secondo le relazioni di Lamberg: I'ometti XXI 353.
    2	« Il riso e deriso era universale e si sentì una voce che disse essere quella la figura e ritratto della monarchia di Spagna ». * Avviso austriaco del 2 luglio 1701. Nell'Archivio Lamberg di Ottenstein.
s * Avviso austriaco del 8 luglio 1701, ivi. Cfr. ì'lkmk.ntis XI Opera 0-7.
    4	Diario Lamberg loc. cit. Cfr. Budeb I 253 ss.