Le dichiarazioni sovrane del 1720. 235 zione della maggior parte dei prelati presenti a Parigi e il 13 e 14 marzo 1720, fra 30 e 40, cardinali, arcivescovi e vescovi sottoscrissero una lettera al reggente, nella quale esprimevano la loro approvazione. Allora il reggente mostrò loro la promessa deiU’ar-civescovo di Parigi.1 Per suo incarico vennero mandati in tutte le provincie degli uomini di fiducia che dovevano ottenere l'adesione dei vescovi. In breve tempo si contarono non soltanto 80, ma addirittura 100 firme.2 II 4 agosto 1720 venne emanata una nuova dichiarazione reale in favore della Bolla Unigenitus.3 Essa proibiva di esprimersi oralmente o in iscritto contro la costituzione e contro il compromesso, gli appelli antecedenti venivano dichiarati invallidi e i futuri proibiti, tutte le disposizioni reali contro il giansenismo confermate, i parlamenti dovranno lasciare ai vescovi le questioni di fede ed esser loro d’aiuto nell’esecuzione delle censure, essi potranno però impedire perturbazioni della pubblica quiete, che provenissero da pubblicazioni intorno alila fede. Finalmente i partiti non devono qualificarsi reciprocamente coi nomi di (novatori, giansenisti, scismatici, eretici. Due cose rimanevano ancora da fare. Bisognava ottenere la registrazione di queste manifestazioni presso il parlamento, affinchè diventassero legge dello Stato e bisognava ottenere da Noail-les una pastorale nella quale egli desse la sua adesione al compromesso. Noailles aveva messo per condizione della sua pastorale la registrazione della dichiarazioine reale e perciò tutto dipendeva dapprima dal parlamento di Parigi. Questo tribunale indipendente in seguito alla sua opposizione contro Law era stato nel luglio esiliato a Pontoise, nella noia di una città provinciale.4 Ma i signori del parlamento si consideravano troppo come il palladio del gallicanismo per comprarsi senz’altro il ritorno dalle angustie edilizie di Pontoise con una decisione, in qualche misura favorevole alla Chiesa. Dopo lunghe trattative clandestine il 2 settembre venne presentata la dichiarazione e dagli assessori legali ne venne raccomandata l’accettazione con riserva; ma poi seguirono lunghe discussioni nelle sedute di commissione intorno alle pretese della facoltà di Parigi e dei quattro vescovi.s II reggente perdette allora la pazienza e il 7 settembre richiamò di nuovo la dichiarazione e il 18 settembre deferì tutta la causa al « Grand Conseil » un’autorità straordinaria costituita di nobili e dignitari che si radunarono sotto la presidenza 1 Ivi 359. 2 Ivi 374, 406. 3 Ivi 428-432; Schiij. 195; Cahen 34. 4 CUhex 23 s. ; Leclebìj II 458 ss.. Ili 115. 5 [Cadby] II 435-448.