Documenti inediti e comunicazioni di archivi. N. 11. 829 il 2° del P. Kogler, che riferisce il numero de’ sacramenti amministrati in Pekino negl’ultimi quattro anni. Dove si prega a fare tre riflessioni. La prima è che Itutti i missionari Gesuiti, sopra de’ quali si sono esibite le testimonianze, non sono in così poco numero come si suppone, mentre se ne contano ventisei, quindici Francesi e sette della viceprovincia; anzi affermando il 1*. Ile-sende V.-Provinciale nel § 7 del predetto Sommario anche con giuramento che tutti i suoi sudditi hanno amministrato e efetiuato i decreti Pontifici!, e niuno hauer cooperato ad altri delitti opostigli, pare che quasi tutti siano compresi. La 3* è che l’amministrazione in Pekino è evidente, confessandola ancora alcuni [dii Propaganda nelle loro letitere particolari. (The se non si sono procurati i loro attestati anche sopra i kluc punti di non liuvor cooperato i Gesuiti nè alla opposizione delPimporatore defonto alla osservanza de’ decreti Pontificii, nè alla carcerazione de tré missionari! consaputi, deve riflettersi, che essendo «tati il sig. Pedrini con altri i delatori a Roma di questi due delitti imputati a’ Gesuiti, come Imiterebbero potuto contradirsi, con affermare a favore de’ Gesuiti che tutto ciò fosse falso? Oltre di che è troppo notorio nella Cina quanto pregiudichi a chiunque scrive a favore de' Gesuiti, come si può leggere nel documento 5° delle presenti scritture. La 3* riflessione si è che in alcune provincie non si trovano, fuori de’ Gesuiti, altri missionari, e però riesce impossibile trovare in quelle altri attestati che de’ Gesuiti, come si accenna nell’altro Sommario ultimamente esibito, § 11. Si conchiude che se si hauesse da prestar fede solamente alle semplici relazioni di quelli di Propaganda come indubitabili, e che le attestazioni de’ (»esuit i ancora giurate dovessero stimarsi spergiuri, sarà supcrtluo procurare altre diverse giustificazioni, anzi impossibile. Intorno alla scarcerazione de’ due di Cantone, non vi è dubbio, che tutte le lettere di Pekino la suppongono seguita, ma si è scoperto essere stato un falso rumore colà sparso; poiché in una lettera scritta da Pekino al P. (tenerale, dove si suppone la stessa scarcerazione, si trova una nota fatta dal P. Hervieu Superiore de’ PP. Francesi, che si trovava in Gantone, nelle cui mani capitò la defila lettera; nella quale scritta idi diverso carattere in margine si avverte essersi sparsa falsamente questa nuova in Pekino, restando ancora col titolo di carcerali i due missionari, come si può leggere nel documento 3* con la circostanza di potere uno di essi, il sig. Appiani scorrere liberamente per tutta la città, siccome si riferisce in altre lettere dell’anno precedente; e il sig. Guige parimente con la libertà di andare ne* villaggi circonvicini, come si legge nella sua sentenza esibita nel documento I*. Che poi fosse comune in Pekino questa opinione, oltre le dette lettere, s’inferisce dalle lettere del sig. Pedrini, dove non fa menzione d’hauer procurata la detta scarcerazione, come doveva, e poteva per l’entratura che ha in palazzo, segno che ancor’esso era dell'opinione degli altri. Si aggiunge per 4* documento la sentenza data dal commissario del vescovo di Macao contra il sig. Guige uno «lelli due. «-onte fautore di eretici, e per colpe in materia de' costumi, della quale sentenza potranno gli Em1 Cardu farne quell'uso, che giudicaranno più conveniente.