170 Clemente XI. 1700-1721. Capitolo V. Iddio vuol salvare dall’eterna dannazione vengono anche realmente salvati.1 Ciò suona assai bene agli orecchi di un lettore superficiale, poiché sembra un omaggio all’onnipotenza di Dio, ma in realtà è una dottrina blasfema. Se vengono salvati tutti coloro che Dio vuol salvare, ne segue necessariamente ch’egli non volle salvare tutti coloro i quali si dannano, cosicché egli li ha già in precedenza creati per l’inferno e rifiutata loro la sua grazia. Questa conseguenza risulta anche da altre proposizioni condannate. Secondo Quesnel, Cristo è morto soltanto per gli eletti, gli altri sono o rimangono irredenti. - Nessuna parte alla grazia hanno i pagani e i peccatori non convertiti, poiché la prima grazia per i pagani è la fede e per i peccatori la piena remissione dei peccati e al di fuori della chiesa non vi è grazia.Ma quello che significhi il non aver mai ricevuta la grazia o l’averla perduta col peccato mortale, su ciò il Quesnel non lascia sorgere dubbi : la perdita della grazia porta con sé la totale incapacità ad un lavoro (meritorio), alla preghiera e ad ogni cosa buona; senza di lei nulla si fa e nulla si può fare; e in tale stato di generale incapacità ad ogni cosa buona si trovò nell’Antico Testamento, anche il popolo eletto, al quale Iddio impose la sua legge ma che lasciò nella sua debolezza.4 Nello stato del suo abbandono il peccatore non ha più oramai la sua libera volontà che per il male, si ha soltanto «luce per smarrirsi, zelo per sprofondarsi nell’abisso; forza per ferirsi; si è capaci di tutto il male, incapaci d’ogni cosa buona » ; persino la naturale conoscenza di Dio finisce in peccato e la preghiera è un nuovo peccato.5 Queste dottrine stanno in nesso con le affermazioni di Quesnel intorno alla virtù e all’amore di Dio. " L’amore soprannaturale in forza del quale si ama Dio per se stesso è in fondo, secondo Quesnel, l’unica virtù. Ogni altro amore è senz’altro cattivo,7 senza quell’amore divino non vi è fede nè speranza, ” nè adempimento della legge, “ nè preghiera feconda,10 nessun merito e nessun premio in cielo,11 nessun cristianesimo, e nessuna 1 N. 13; «lei pari 13 e 30-33. : N. 32. a X. 20-29. 4 X. 1-8. .1 X. 38-12. 4'S, 5». « X. •i 4-58. T N. -»4-4«;. 48. 49. 8 N. "il s., 57. » X. 47. 10 X. 50, 54. 11 X. 53, 55 s.