La lettera di Clemente XI all’imperatore. cuore alla difesa.1 II legato di Ferrara ebbe l’ordine di porre in stato di difesa questa città ed altri luoghi fortificati. - A Roma, ove dominava la più preoccupante costernazione, vennero arruolate delle truppe e tenute delle consultazioni militari. Il 2 giugno vennero fatte arrivare delle grida d’aiuto non soltanto all’imperatore e alle imperatrici, al confessore imperiale e al Cardinal Lam-berg, ma anche alle repubbliche di Genova, Venezia e Lucca, ai duchi di Savoia e Lorena, ai principi elettori di Magonza e Tre-veri, ai re di Portogallo e Polonia e al gran maestro dell’ordine di Malta.4 All’imperatore il Papa rivolse le seguenti rimostranze : « Che le truppe di Tua Maestà mettano guarnigione nello Stato pontificio e spieghino le loro bandiere come in regioni conquistate e oltre a ciò, come appare, meditino imprese ancora più gravi, ciò equivale ad offendere equità e ragione e venir meno alla doverosa devozione verso la Santa Sede e a ledere tutti i diritti della Chiesa ; ciò può essere avvenuto soltanto con abuso del nome imperiale; ciò sta in netto contrasto col titolo di protettore della Chiesa che fu l’orgoglio dei primi imperatori. Tu non puoi ignorare che cosa prescrivano i santi canoni e le costituzioni apostoliche contro un tale contegno. Rifletti perciò ove ti trascinino i cattivi e perniciosi consigli di coloro che ti hanno condotto ad affrontare in modo così aperto l’ira divina; ritira senza indugio il piede donde la tua anima trova sicura dannazione e il tuo nome onta eterna. Noi non cesseremo d’invocare umilmente l’aiuto divino e fiduciosi nella concessione di questo, di abbracciare tale affare e tutto quello che è affidato alla nostra protezione con tale fermezza che nessuno possa rimproverarci di aver trascurato i doveri del nostro ufficio o di non esser ricorsi a tutti i necessari provvedimenti tanto ecclesiastici che temporali ; poiché noi non consideriamo la vita nastra più preziosa dell’adempimento di ciò che ci impone l’ufficio a noi dal Cielo affidato; noi sappiamo, come devi sapere anche tu, che tutti gli uomini, qualunque sia la loro dignità, dovranno una volta rendere conto delle loro azioni dinanzi ad un terribile tribunale. Voglia questo pensiero che noi lascia tranquilli, divenire salutare anche per la Tua Maestà. Guardati, carissimo figlio (in nome di Gesù Cristo del quale indegnamente teniamo il posto, noi ci rivolgiamo a te per l’ultima volta) guardati dal macchiare le primizie della tua fiorente gioventù con scandalo di tutto il popolo cristiano e di inaugurare il tuo governo 1 Cfr. Xoobdek III 334. 2 Bu«er II 61 ss. ; Landau 3T>s. 3 Cfr. gli * Avvisi di Roma del 20 magirio 3. 12 e 26 giugno, 10 e 17 luglio 1706, Cod. Hai. 198, loc. cit. 4 Cxemextis XI Opera, E[iist. 514 ss.