Il numero degli appellanti. 213 Gli avvenimenti della Sorbona vennero subito annunciati al reggente il quale andò su tutte le furie. I quattro dovettero abbandonare Parigi entro 24 ore e il 19 marzo ricevettero l’ordine di ritirarsi nelle loro diocesi; Ravechet venne mandato in esilio nella Bretagna e morì durante il viaggio, a Rennes ; il notaio che aveva autenticato l’appello finì nella Bastiglia e alla facoltà venne proibito di riunirsi.1 Frattanto però anche gli appellanti non rimasero inerti. Essi rimisero la loro appellazione nelle mani del nunzio e seppero fare in modo che essa giungesse anche in quelle del Papa. In una udienza pomeridiana comparve innanzi a Clemente XI un devoto pellegrino il quale gli baciò il piede come tutti gli altri e poi consegnò una scrittura.2 Nella notte lo stesso pellegrino, che era in realtà un notaio di Parigi comprato a gran prezzo, attaccò l’appello alla porta della chiesa di S. Pietro, e ai piedi del documento si trovava la dichiarazione notarile che esso era stato consegnato nelle mani del Papa.5 Nell’archidiocesi di Parigi il contegno dei quattro vescovi fu contagioso. Si afferma che nella capitale stessa e nei sobborghi ben 30 parroci e 700 altri sacerdoti, in tutta la diocesi tre quarti dei parroci e 150 preti ausiliari si associarono all’appello al concilio ecumenico. * La maggior parte degli ordini religiosi seguirono l’esempio: degli oratoriani appellarono 80, dei maurini 68, dei foglianti 34.6 Fa impressione che anche i domenicani del vetusto convento di S. Giacomo si siano lasciati per la maggior parte trascinare dalla corrente generale, * benché l’ordine in generale difendesse sempre l’infallibilità pontificia e i membri di due altre case domenicane a Parigi, in maggioranza, abbian tenuto fermo.7 Anche il noto storico, Natale Alessandro, appartenne agli appellanti fino a poco tempo prima di morire.8 Delle congregazioni religiose invece rimasero fedeli al Papa i lazza-risti, i francescani e i gesuiti.0 Oltre i sacerdoti si fecero iscrivere nelle liste degli appellanti anche laici di ogni condizione, tra • quali artigiani, donne e bambini; il palazzo arcivescovile era 1 f Louail] 913 s. 1 Pl.EURY 501. 3 Huvat In Lecubq II 30; Fi.rurt 470 s. « [Cadry] II 3. • Ivi 3s. Misure di Del Bissy contro i maurini: ivi 27. • Ivi 4; Coulon nella Revue dea seienccs philos. et théot. VI (1912) 49 su. • f’our.os 312; lettera del generale deU’ordine, Cloche, del 0 dicembre 1718, 77 s. Il motivo dell’appello |ier i domenicani stava nella paura che la bolla favorisse il molinisino. Ivi 65, 281. • Ooiomt, loc cit. 49 ss,, 279 ss. Noailies applicò l’interdetto a quel domenicani che avevano indotto Alessandro a sottomettersi al I’apa. Ivi 239-293. • Schill 148.