La successione di Spagna. 13 a circa un milione di scudi; con tranquilla coscienza egli avrebbe dunque potuto dedicare tale somma alla sua famiglia.1 Con tali sentimenti era lecito sperare in un felice pontificato. Se avvenne il contrario, ne fu causa la condizione dei tempi. Non questa sola, però, giacché nonostante tutte le altre eccellenti qualità, Clemente XI aveva in affari politici troppo poca fiducia di sé per prendere delle rapide e precise decisioni e, quando finalmente le aveva prese, per metterle in esecuzione.2 Subito all’inizio del suo pontificato Clemente XI doveva avere la sensazione che la tiara per lui sarebbe diventata una corona di spine. Nell’Ognissanti dell’anno 1700 era morto re Carlo II di Spagna, l’ultimo discendente maschile di Carlo V. Il suo testamento in data 3 ottobre destinava a erede deH’indivisa monarchia spagnuola in prima linea il duca Filippo di Angiò, figlio del Delfino e nipote di Luigi XIV e in caso che Filippo ne fosse impedito, il fratello minore duca di Berry e appena al terzo posto l’arciduca Carlo d’Austria, il figlio più giovane dell’imperatore. Una clausola stabiliva la separazione delle corone della Francia e della Spagna. La notizia del testamento di Carlo e della sua accettazione da parte di Luigi XIV venne accolta in tutta la Spagna con giubilo generale, poiché solo coll’appoggiarsi alla potente nazione sorella francese e colla successione di un borbone si poteva impedire lo •spezzettamento della monarchia spagnuola. Nessuno mosse un dito per l’arciduca Carlo. Filippo d’Angiò potè senza difficoltà prendere possesso del trono spagnuolo e Filippo V venne riconosciuto dalla maggioranza delle potenze europee, come re, tra esse anche dal Papa, che il 6 febbraio 1701 mandò una lettera di felicitazione. 3 1 Vedi la * relazione di Andrea Corner del 1724, Archivio di Stato di Vienna. Estratto in Ranke III 215». * « Va (S. B. cosi sempre esercitando qualche opera di pietà e di edificazione. servendo anche frequentemente alla mensa de' poveri, che in numero di tredici sono quotidianamente alimentati con gran liberalità a spese pontificie nel Palazzo Apostolico » (Avviso Alarescottl del 15 maggio 1701, Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma). * « Havendo U Papa saputo, che Don Annibaie suo nipote facesse 11 giorni passati una perdita considerabile nel gioco, è stato da 8. H. ripreso, e per digerire la correttione fattagli, si è messo a fare gli esercitii spirituali, sperandosi che per obedire iasclerà quel volume, che invola il sonno et 11 senno, l'oro et 11 decoro (Lamberg al 2 febbraio 1704, Archivio Lamberg di Ottenstein). 2 Latitati, il quale è certo un teste Imparziale, dice (II 28fS) che questo era l'unico difetto del Papa. € Bevor des l’absten worth und wilrk zusammen stimmen, allezeith eine grosze Zelt erfordert wird # * scriveva l ambasciatore imperiale Gallas il 0 marzo 1715 a äinzendorff (Archivio Sln-zendorff nel castello dl Jaldhof). * Budeb I 147 ss. L'impossibilità di non riconoscere Filippo V è rilevata