L’elezione dell’Orsmi. 493 Frattanto l’irritazione per la lunghezza del conclave era salita al colmo. I Romani mormoravano; ma anche gli zelanti più anziani non dissimulavano il loro malcontento. L’opinione, che nun si dovesse procrastinare più a lungo l’elezione, guadagnava sempre più aderenti. Allorché quindi Annibaie Albani, Tolomei, Corradini e Belluga proposero un candidato neutrale nella persona deH’Orsini, questa idea potè contare su un largo consenso, Parché POrsini era una personalità degnissima di considerazione, con qualità eccellenti. Era bensì una deficienza grave, che non si fi-se mai occupato di affari di governo propriamente detti. Il Fabroni formulò apertamente questa difficoltà, e fu cosa fatale, che irli elettori esauriti passassero sopra questa lacuna. Il Rohan venne informato dal Corradini, il Cienfuegos dal Tolomei. Am-tn due consentirono, come pure l’Acquaviva. Il Coscia, conclavista dell'Orsini, non aveva mancato di comunicare ai due Albani, che il uo padrone avrebbe accettato difficilmente di essere eletto, ma in tal caso prometteva di mostrarsi grato.1 Allorché il cardinale Belluga la sera del 28 maggio comunicò all'Orsini la sua elezione imminente, questi mostrò la più gran ri istenza. Con sincera umiltà egli rifiutò decisamente, richiamandosi alla sua capacità insufficiente. L’Orsini passò una notte in