187 7. — Spontanea identità di indirizzo tra attività ducale e politica imperiale si manifestava nei rapporti internazionali. La politica veneta non si discostava dal proposito di pace e di mutuo rispetto istituito tra i due imperi con il factum Nicefori o factum Caroli, che dir si voglia. Anche nel suo interesse, il duca veneto ne custodiva la scrupolosa osservanza non meno di quanto il governo di Costantinopoli evitasse di alterare l’equilibrio adriatico e mantenesse cordialità di rapporti e di buon vicinato con i territori franchi (1). I bizantini si erano rassegnati alla tacita rinuncia dell’ Istria politica ; il governo veneto, senza ulteriore protesta, assisteva al tramonto dell’unità ecclesiastica metropolitana della provincia, che invano il battagliero patriarca aveva tentato di ricostruire nell’ambito del dominio franco. II patriarca Fortunato, restituito alla sua sede durante l’ultima fase della spedizione pipiniana (2), al momento della caduta della dinastia obeleriana era stato risparmiato, nè subì altre molestie. Per molti anni non fece parlare di sè, vivendo di austero e pio silenzio, in operoso amore per la sua chiesa, ispirato a sentimenti di carità e di devota grandezza, desideroso di riparare i danni, che la casa di Dio aveva sofferto durante le ultime vicende (3). Ad altre iniziative per rivendicare i perduti diritti della chiesa metropolitana, non s’appigliò. Nè dentro nè fuori del ducato poteva trovare occasione propizia, nè poteva far assegnamento sopra l’aiuto e sopra la benevolenza dell’imperatore, o del papa, o del duca veneto (4). (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 107 : estradizione del profugo Giovanni. Einhardi, Vita Caroli, v. 16 : amicizia franco-bizantina. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 105. (3) Ne parla con onore il diacono Giovanni, il quale sottolinea le benemerenze di questo prelato verso la sua chiesa con sigfiificativo commento. (Chronicon cit., p. 105 : et quia nulla ratione sui operis plenitudinem exarare me posse existimo, parlem, quam corrundam relatione expertus sum, stilo adno-tare studui. La breve notizia delle opere compiute, che fa seguito a queste parole, è evidentemente desunta dall’ampia rassegna dei legati conferiti alla chiesa gradense dal patriarca, redatta da lui stesso. (Cfr. Ughelli, Italia sacra, V, 1101 ; Documenti cit., I, 75 sgg.). (4) Però non aveva omesso di chiedere e ottenere dall’imperatore Ludovico I, fra F814 e l’820, la conferma (se autentica) del giudicato del Risano (Kandler, Cod. dipi, istr., I, s. a. 815 ; Documenti cit., I, 70).