CAPITOLO III. Nomine cardinalizie. - Attività interna ecclesiastica. - Proibizione della framassoneria. - Le condizioni religiose della Francia e Germania. - Le Missioni. 1. L’essenza del Primato porta con sè, che il Papa debba essere del tutto libero nella scelta dei più alti dignitari della Chiesa romana, destinati a formare i suoi propri e più prossimi consiglieri, e che pertanto eventuali determinazioni circa la scelta non abbiano per lui significato normativo, ma solo direttivo. Se il concilio di Trento fece obbligo al Capo supremo della Chiesa di rivestire della porpora possibilmente uomini di tutte le nazioni, esso tuttavia tornò a limitare questa determinazione con un’aggiunta : in quanto il Papa abbia opportunità d’imparare a conoscere sufficientemente stranieri, ed abbia fondato motivo di accordare ad e^i la sua piena fiducia. Dato lo spirito ostile alla Chiesa che si veniva affermando ognor più, anche in tutti i paesi rimasti cattolici, il Papa disgraziatamente non poteva riporre la sua fiducia che in pochissimi dei cardinali nazionali, o delle corone, propostigli dall'imperatore e dai re di Francia e di Spagna. Le dette potenze ricavavano il loro diritto di presentazione dalla loro qualità di protettori della ' hiesa. Ma questi protettori minacciavano sempre più di convertirsi in oppressori e presentavano solo persone, cui stavano molto Più a cuore gl’interessi dello Stato che il bene della Chiesa. Era Quindi naturale, che i Papi cercassero di restringere il diritto di nomina delle potenze, preteso anche dal Portogallo, dalla Polonia e da Venezia, che talvolta lo ignorassero, o procrastinassero la Promozione degli stranieri proposti per il cardinalato, per assicurare coll’arrendevolezza finale un vantaggio alla Chiesa.1 1 Roitxiasner, Der Kordinai von Uaycrn 33 ss.