34 Clemente XI. 1700-1721. Capitolo II. di Ficcarolo nel 1704 e del danno che ne era risultato avevano da pagare notevoli somme di danaro, complessivamente circa 250.000 fiorini. 1 Come il Papa, così anche i piccoli stati italiani dovettero fare l’esperienza che la neutralità disarmata non offriva nessuna protezione contro devastazioni. Per riempire le sempre vuote casse di guerra imperiali, il principe Eugenio impose dei tributi a tutti quei territori italiani che venivano considerati come feudi dell’impero; Genova, Toscana, Lucca, Modena, Parma e Piacenza dovettero versare delle somme ingenti. Per proteggere il suo paese in qualche misura dalParbitrio, già il 14 dicembre 1706 il duca di Parma si era dovuto adattare a concludere una convenzione col commissario civile presso l’esercito imperiale, il marchese di Prié, obbligandosi a pagare 540.000 fiorini, un quarto dei quali era a carico del clero. Con ciò venne risollevata l’antica questione se Parma e Piacenza fossero feudi imperiali o papali e posto il seme di un nuovo e serio conflitto fra il Papa e l’imperatore e messo di nuovo in forse l’accordo faticosamente raggiunto.2 Se finora lo Stato pontificio era stato già duramente provato dalle violenti incursioni e requisizioni, ora nel maggio del 1707 quando il maresciallo di campo imperiale Daun s’accinse a conquistare Napoli, il nembo guerresco giunse in certa maniera fino alle porte di Roma. Gli imperiali pretendevano il libero passaggio attraverso lo Stato pontificio e il Papa non possedeva alcun mezzo di impedirlo, come veniva consigliato da parte francese.3 Benché a malincuore, dovette rassegnatisi. Il suo risentimento crebbe quando i generali imperiali invece di prendere la via più breve lungo il mare Adriatico verso gli Abruzzi decisero di passare proprio vicino a Roma.1 Dopo essersi accordati sulle razioni che gli abitanti dello Stato pontificio avrebbero dovuto consegnare alle truppe, 5 gli imperiali si misero in movimento e il 16 giugno comparvero a Monterotondo. Circondati dai curiosi romani e dalle romane che guardavano stupite il campo austriaco, riposarono qui alcuni giorni, finché ripresero la marcia per Tivoli.6 Non vi può essere dubbio che con la comparsa di 10.000 imperiali dinanzi alle porte di Roma si voleva esercitare una pres- 1 Ivi 251 s. 2 Ivi 23tìss. Testo UeH'aceordo del 14 dicembre 17OC In Budeb I 1(H!I ss. a Jsoorden III 137. ^ Landau 201 ss. s 11 maggio 1707 ; vedi Brosoii II 3!). « Nooudkn 111 111. Ofr. A. A Mira», Un panmygio di truppe tedesche per lo stato Pontificio 11707) nel Untici, per l’Umbria XIV (1908).