Pace di Vienna. 693 ducato di Toscana dopo la morte di Giangastone ricadesse a Francesco di Lorena. Alla morte del Leszczyiiski, però, ambedue i ducati verrebbero alla Francia. Don Carlos, per indennizzo della Toscana e dei domini farnesiani, otteneva il regno delle Due Sicilie, di cui era senz’altro in possesso, insieme con le piazze marittime spagnuole e l’Elba. Dalla Francia l’imperatore otteneva la restituzione delle conquiste e il riconoscimento della Prammatica Sanzione. Egli conservava la Lombardia, salvo i territori di Novara e Vigevano dati in compenso al re di Sardegna, e inoltre aveva i ducati di Parma e Piacenza. Il Papa vide di nuovo trascurati completamente i suoi diritti feudali su questi ducati. Alla sua invocazione di aiuto alla Francia in questa faccenda non si badò.1 La pace di Vienna portò il riconoscimento di Federico Augusto come re di Polonia da parte del Papa, nella quale occasione lo strano contegno dell’ambasciatore francese a Roma portò quasi ad una rottura colla Francia.2 Le contese ecclesiastiche colla Polonia furono sistemate mediante un concordato, che riguardava principalmente il conferimento delle abbazie.3 Gli accordi di Vienna sulle condizioni di pace furono respinti dalla Spagna. La Sardegna invece si contentò del suo indennizzo. Dopo l’armistizio tra l’imperatore, la Francia e la Sardegna, concluso il 16 novembre, il Montemar si sentì inferiore agli imperiali comandati dal Khevenhiiller, tolse il blocco di Mantova e decise di ritirarsi in Toscana. Per conseguenza la parte settentrionale dello Stato della Chiesa ci andò nuovamente di mezzo. Un’offesa particolarmente flagrante della neutralità pontifìcia si ebbe a Bologna, ove prima passarono gli Spagnuoli e quindi il 27 novembre usseri imperiali entrarono nella città per far prigio- 1 Lo Harrach * riferisce il IO novembre o 3 dicembre 1735, che è partita 'ina lettera per Parigi, in cui il Papa si lamenta per il consenso della Francia alla cessione di Parma all'imperatore; in tin Breve il Fleury viene ammonito, ' me cardinale, a tutelare pii interessi della Santa Sede ed a favorire l'ammissione. assai desiderata da Clemente XII. di un rappresenUinte pontificio ai prossimo congresso per la pace (Archivio Renss di Ernstbrunn). 'enne inviato a Parigi X. >1. Lercari per sollevare nuove rimostranze; vedi * Breve al Fleury dell'8 gennaio 1736, Archivio segreto pontificio. H 3 maggio 1730 furono inviati • Brevi a Luigi XV, al card. Fleury, agli elettri ed ai vescovi tedeschi, affinchè non tollerassero, che la Chiesa contro il ‘liritto delle genti venisse spogliata dai suoi figli di un possesso di pili che •lue secoli. 1 <’fr.. oltre le ‘relazioni del card. Cienfnegos del 4 e 11 agosto 1736 'Archivio Renss di E r n s t b r unii), le ‘Memorie del pontificato di Clemente XII, Biblioteca Corsini dii Roma, loc. cit. a Testo de! concordato colla Polonia, del 6 agosto 1730 (ratificato dal re H 14 luglio 1737), in Thejxer, Sion. Poi. IV 1, 123 s. e Mescati, Concordati 311 ss.