118 Clemente XI. 1700-1721. Capitolo IV. nel senso buono, ima presto, poiché ¡1 più piccolo ritardo avrebbe le peggiori conseguenze.1 Ma di un tale influsso di Alberoni niel periodo che seguì non si potè notare nulla ; chè invece il governo madrileno si lamentava del contegno del Papa. Al che il Cardinal Paolucci il 5 ottobre rispose aspramente se forse in Madrid si credesse che il Santo Padre dovesse ringraziare per la più grave offesa da lui ricevuta durante il suo pontificato. Nella speranza di ottenere una soddisfazione da parte di Filippo V, il Papa aveva lasciato cadere il suo antecedente proposito di far leggere in concistoro il Breve del 25 agosto e, benché il collegio dei cardinali aspettasse un linguaggio più forte, egli nella sua allocuzione del 1" ottobre sulla guerra turca si era imposto la massima riserva.2 Al rifiuto di permettere il tributo sul clero spagnuolo Clemente XI tenne risolutamente fermo. Il 5 ottobre replicò l’ordine di ritirare i relativi Brevi non più validi anche se la loro esecuzione fosse cominciata. Per il caso che i ministri spagnuoli si rifiutassero, Aldovrandi doveva subito avvertire i vescovi che il Papa non intendeva obbligarli. * L’esecuzione era già cominciata * non solo, ma a fine ottobre si aveva in Roma già la certezza che il potere civile in Spagna riprendeva di nuovo i suoi soprusi contro la giurisdizione ecclesiastica.5 Aldovrandi rappresentava così male la S. Sede, che faceva il possibile per nasconder tutto. • * « Quanto al sic. card. Alberoni. N. S. si dichiara di credere qnel ch'ella si asseverantemcnte ne scrive, ch'egli sia stato contrariissimo alla mossa contro la Sardegna, mentre stimandolo S. S. uomo d’onore e di giudizio, tale certamente non sarebbe, ove avesse approvata l'istessa mossa tanto opposta a’ veri interessi di cotesta corona, e tanto rovinosa per quelli del sig. Duca di Parma. Il male però è, ch'ogn’altro giudica diversamente, mentre tutti credono, che il medesimo sig. cardinale sìa l'autore di tutto ciò, che o di bene o di male si fa da cotesta corte. Procuri perciò egli per suo onore, che si faccia hene e presto, ma presto assai, potendo esser letale qualunque ancor che minimn dilazione ». a Paolucci ad Aldrovandi il 5 ottobre 1717, ivi. 3 Vedi le due * lettere dì Paolucci del 5 ottobre 1717, ivi. * Vedi le due * lettere di Paolucci del 19 ottobre 1717, ivi. » II Papa, * scriveva Paolucci il 26 ottobre 1717 ad Aldrovandi, sente clic invece di restituire, « continui la potesti! secolare ad ingerirsi francamente nelle materie spettanti alla Chiesa, in quella guisa appunto, che, con tanto scandalo del mondo cattolico, ha praticata per otto e più anni, ed anco a privare i vescovi deH'autoritft... Nò credano costà di gettarci la polvere su-gl’occhi, con facilitare alla Camera Apostolica l’esigenza de' suol proventi: quasi che questo solo basti : perchè Roma non è tanto interessata, che sìa mai per chiamarsene appagata, quando insieme non venga pienamente reintegrata la potestà ecclesiastica nel libero servìzio della sua giurisdizione, giacché in ciò, come piò importante ed essenziale, consistono principalmente le precise oblignzioni del He, le riparazioni da lui dovute alla Chiesa ed alla S. Sede et le maggiori premure di N. |S. »■ Ivi.