VINETIANA LIB. V. 405> que atfermaffe d’ havere l’animo ben difpoilo verfo quefta lega, & mal’ alletto verfo Cefare, rifolfe però di non voler venire ad alcuna publica dimoftratione , fe prima non haveife fatta inrtanza a Carlo Imperatore , che a gratificatone de’ Collegati dovefle liberare i figliuoli del Rè Chri-ftianiffimo, & rertituire lo ilato a Francefco Sforza ; & altrimenti facendo, s haveife poi a proiettargli per nome di tutti la guerra . Alla quale proporta , benchefoife flato ac-confentito, era nondimeno prolungato il negotio , & pro-moife diverfe altre difficoltà; onde parendo la più lunga dilatione troppo importuna, fù publicata con grande io-lennità la lega fatta tra Francia, & i Prencipi Italiani, & con opinione commune , che le forze di quefta lega foifero baftanti per abbattere gli Imperiali , & cacciarli dello flato di Milano, maffimamente tenendofi ancora per lo Sforza li cartelli di Cremona, & di Milano. Erano allhora nell’ eifercito Vinetiano dieci mila fanti, novecento huomini d’armi, ottocento cavalli leggieri, & s afpettava prefto numero grande di Svizzeri, affaldati parte con danari del Pontefice, & de’ Vinetiani, & parte del Rè di Francia; i quali giunti che foifero, s’era terminato d’andare a (occorrere il cartello di Milano , & tentare 1’ efpugnatione di quella città . Et d’altra parte il Marchefe di Saluzzo con le genti d’armi Francefi , & dieci mila fanti asoldati a fpefe communi de’Confederati doveva fcendere nel ducato di Milano & aifalire le città di Novara, & d’Aleifandria : & fratanto attendevafi a difporre l’apparato delle cofe maritime per travagliare gl’ Imperiali in altre parti, & dividere le loro forze. I Vinetiani dunque diedero ordine al loro Capitano Generale, & a Pietro Pefaro Proveditore , che dovettero quanto prima ridurre il campo a Chiari nel territorio Brefciano per cominciare la guerra; & il Pontefice ordinò, che i fuoi capitaniceli tutte le genti fi con-duceifero nel Parmegiano, accioche infieme uniti feguif-fero quelle imprefe, che per fervitio della lega foifero rti-imte più opportune . Ma quefta unione s andava impor- tuna- 1526 Ma quii non di ctndi ad alcuna publica di” cbiaratio-nt. Si publica finalmtntt la le^a. State di II' ijftrcite Vi. ntt ¡atto. E di' Fra n-