350 Anche il piccolo innocente figlio, sottratto alla cieca rabbia del fuoco, non fu risparmiato dai rivoltosi, avidi di sangue (1). Quanti fino all’estremo avevano seguito devotamente la ventura del loro signore, scontavano con il sacrificio della persona la virtù della loro fedeltà (2). E a maggior ludibrio degli uccisi e a maggior ignominia degli uccisori, i gelidi corpi, caricati sopra una squallida barca, erano vergognosamente traghettati al pubblico mattatoio (3), in attesa che la mano pietosa di un uomo venerando, Giovanni Gradenigo, il cui nome è registrato con sentimento di profonda devozione, ricomponesse le disgraziate salme nella pace eterna del pantheon ducale, nella chiesa di S. Ilario (4). 6. — Con fremito d’orrore il fedele cronista, spettatore delle tristi scene, rivisse le ore angosciose della rivolta e lo strazio insensato d’ogni sentimento di umanità (5). Egli non fu ammiratore della politica del quarto Candiano, anzi si eresse a censore piuttosto aspro: ma alla vista dello spettacolo selvaggio, che sconvolse la tranquillità interna, non potè frenare il generoso grido di sdegno e di protesta contro tanti lutti inutilmente seminati e non potè nascondere il sincero rimpianto delle vittime infelici, specie di quelle innocenti. Quali fossero i torti politici e personali imputabili all’infehce duca, la tragica vendetta, che li puniva, era degenerata in gesti di follia sanguinaria. La severa rampogna del cronista è riflesso di postumo ravvedimento, che anche all’animo popolare, quietate le prime ire, si impose, invitando a meditare sopra le rovine e sopra i dolori di sconsiderati eccessi. Il senso di umanità, soffocato e travolto nell’ardore della mi- fi) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 140 : filium siquidem, quem nutrix ab incenda pena liberavit, a quodam nequissimo cuspide transverberatus est. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 140. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 140 : gelida namque corpora quorum, id est genitoris et sobolis, ob ignominiam primitus exigua nave ad macelli forum. (4) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 140 : deinde, quodam sancissimo viro, Iohanne Qradonico nomine, interpellante, ad Saticti Illari monasterium detu-lerunt. Da Mosto, I dogi di Venezia e le loro tombe, Venezia, 1940, p. 40. (5) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 140 : Patrato hoc nequissimo sedere.