VINETIANA LIB. VI. 547 deliberò d’ifpedire fubito al Duca Nicolò Tiepolo , il 1529 quale in quelli giorni apunto era flato deftinato d’andare a ritrovarlo nel campo , per dargli conto della nuova con- »istnato, dotta, accioche haveiTe per nome publico con efficace ufficio a eifortarlo a dovere ritornare quanto prima all’ ei-fercito; & perche ciò far poteife con l’animo più quieto, rlpot“! gli mandò appreifo danari per aifoldare tre mila fanti, i quali haveifero a rimanere alla cuflodia , & difefa dello flato fuo . Ma non fù per allhora bifogno di valerfene ; 0r^,..!(t peroche Oragnes intendendo che’l Conte dell’ Aquila, & muta di pa-Camillo Orlino detto Pardo, pofte inficine molte genti rert-de’ loro partegiani, s erano ridotti in Cumuli, & ingrof-fando ogni giorno, facevano timore di qualche moto importante ; mutato propofito, non volfe per allhora ufcir del regno ; temendo di qualche maggiore follevatione , per le molte eftorfioni, che erano fatte a’popoli, a quali per quefto rifpetto era fatto fopra modo odiofo il nome de gli Spagnuoli. Onde iflimò più utile configlio attendere prima ad opprimere quefti, ò fare provifione di vettovaglie, riferbandofi a tempo più opportuno, come poi fece, di mandare il primo fuo penfiero ad effetto. Onde il Dii- FtUnuca ca d’Urbino, ceffato tal fofpetto , fi conferì fubito all’ef- ’èjjlnuo fercito; & come prima vi giunfe, deliberò di muovere il campo verfo Milano, havendoli Monfignor di San Po- lo fatto intendere, che era per prendere rifleffo camino. Invitavangli a tale deliberatione le difficoltà nelle quali fi »»• trovavano gli Imperiali, & i profperi fucceffi de’ France-fi; peroche quantunque foifero giunti a Milano due mila fanti Spagnuoli deflinati prima al foccorfo di Genova, non havendoli voluti i Genovefi ricevere nella città; erano però per la giunta di quefti non meno che le forze, accrefciuti gli incommodi , convenendo in tanta ftrettez-za di danari & di vettovaglie pagargli , & nutrirgli. All’ incontro a Monfignor di San Polo s’ erano in quefti dì arrendute molte terre di là dal Tefino, in modo che quafi tutto quel paefe , con grandiffimo fuo commodo, & riputatone, era ridotto in poteftà di lui. Fa-