364 Stefano Coloprino, con due figli e con molti parenti, per sottrarsi alla temerità degli avversari, arbitri della volontà ducale, era passato nel territorio del regno in volontario esilio, e aveva raggiunto la corte imperiale a Pavia con il fermo proposito di riaccendere le ire appena sopite (1). Per soddisfare tristi rancori di parte e fosche ambizioni egli era disposto a sacrificare il supremo interesse della patria e venderla allo straniero (2). A preludio dell’ offensiva militare, che i fuorusciti meditavano e organizzavano, l’imperatore si lasciò convincere a stendere intorno al ducato un ferreo assedio economico. Interdisse i traffici del retroterra italico con il ducato; sottopose a sequestro beni e merci dei Veneti residenti nel regno ; sospese ogni garanzia, che i trattati assicuravano agli scambi (3). I ribelli, che avevano fatto balenare all’imperatore la facilità dell’impresa e avanzato larghe promesse di finanziamento (4), si disposero tosto a bloccare militarmente la laguna dai punti strategici più delicati della limitrofa terraferma. Stefano Coloprino, con il figlio Domenico, pose la sua sede a Padova, che diventò il quartiere dei congiurati ; Orso Badoer fu dislocato lungo l’Adige ; Domenico Selvo e Pietro Tribuno a Mestre ; Marino Coloprino nel comitato mestrino ; Stefano Coloprino, altro figlio del capo del complotto, a Ravenna. L’ufficio di mantenere il contatto tra loro fu deferito a Giovanni Bennato (5). Tribuno Menio non seppe o non volle opporre adeguata resistenza. Si limitò a impedire la fuga dei parenti dei congiurati, dopo che però dal popolo per spontaneo impulso erano state invase le (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 146. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 146 : Cesari persuasit quad, si vellet consiliis monitisque suis acquiescere, Venetiam din desideratam facili certamine posset acquirere. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 146 sg. ; universis suo sceptrui adia-centibus edictum et inevitabile intulit preceptum, ut nemo aliqua presumptione fultus deinceps quemlibet Veneticum in aliquam sui imperii partem permitteret exire, ncque, aliquis suorum in Venetiam auderel intrare. tunc unicuique Veneti-corum secum degenti firmiter precepit, ut cum sui videlicet nunciis loca, quibus alimonia confluere ad Veneticorum solacia noverant, sollerti studio custodirent. (4) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 146 : ad hoc nequissimum perficiendum. scelus potius exardesceret, centum libras purissimi auri se illi daturum spopondit. (5) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 147.