464 Appendice. morti di veleno. Li più savi, anche tra Professori negano esservi stato veleno artificiale; e tutti gli accennati segni han ben potuto seguire dalla violenza del male, che causò un generale immediato sflacelo; altrimenti li Professori, che fecero l’apertura del cadavere, se avessero veduti sicuri segni di veleno, non avrebbero mancato di riferir tutto agli Eminentissimi del Sacro Collegio; nè questi avrebbero trascurato di far fare dagli altri più opportune osservazioni, ed anche di ordinare l’apertura del Cadavere del sottocredenziere, morto domenica sera dopo divulgata la voce del veleno, tranguggiato da ambi due. La dilucidazione, e conciliazione dei tanti accidenti convien attendere per dare sicuro giudizio. Ed intanto a Y. Ecca umilmente mi inchino. Ibid. b) Roma, 26 settembre 1774. In foglio separato mi son dato l’onore di riferire a Va Ecca l’istoria dell’infermità, e morte del Papa ; in questo vengo a rispondere alla vene-ratissima di Va Eccza delli 24 corr® con soggiungere quel di più, che riguarda le cose accadute dopo la morte. Il Cav. Moñino scrisse biglietto al Cardle Decano per esser a parlargli, come fece, ed in aria molto patetica li disse, che sperava nella saviezza del Sacro Collegio di non innovarsi cosa veruna rispetto all’abolizione dei G-esuiti, e che verrà ad eliggere un Papa, che sia accetto alla Chiesa universale come Padre Commune: altrimenti dandosi grave disgusto a S. M. C. si dimenticherà della Corte di Roma, con pensare alli suoi soli Stati; e farà risorgere le ragioni sopra Castro e Ronciglione con farvi andare le truppe di Napoli cotanto vicino: siccome ancora significava, che il P. Buontempi, e ’1 d° Nicola Bischi erano sotto la Beale protezione. Il Cardle Decano con ilarità di volto rispose, che per l’affare della Compagnia, e delli Religiosi carcerati in Castello non sarebbe seguita veruna novità; ne certamente sarebbe potuto seguire, non a,vendo autorità il Sacro Collegio di rivocare, o mutare quanto con Breve è stato disposto dal de-fonto Pontefice. Rispetto poi all’elezione del nuovo Successore certamente il Sacro Collegio averà in mira di prescegliere degno soggetto, che sia applaudito da tutte le Corti Sovrane, ed in consequenza da tutte le Chiese Cattoliche; e così cesserà ogni motivo di rissentimento di S. M. C. In riguardo poi al P. Bontempi, il Sacro Collegio non sà chi sia, non avendo avuto alcuna carica, da potergli domandar conto. Siccome ne pur rispetto a Niccola Bischi; ma il conto rispetto all’Annona lo domanderà a M«r Presidente della medma, il quale se dirà che il danaro dell’erario l’ha dato per ordine del defonto Papa al d° Bischi, il medesimo Hsr Presidente ne domanderà conto all’istesso Bischi: ne su questo si viene ad infringere la Reale protezione di S. M. C., la di cui nota giustizia non l’impedirà. Questo tal dialogo mi fu riferito originalmente, giacché il Cardle Decano, restò amareggiato da una simile minàccia, senza esservi motivo, ed all’incontro Moñino sentendo quella ponderata risposta restò pentito d’averla fatta; e perciò ambi sono stati