256 Clemente XIV. 1769-1774. Capitolo V. Essendo così trascorsi undici mesi dalla morte di Clemente XIV, il Eicci si rivolse al Papa con un memoriale che descriveva la sua situazione in termini quanto più semplici tanto più commoventi.1 « Egli - diceva - dopo aver governato per quindici anni l’estinta Compagnia de Gesù in tempi pericolosissimi senza querele ne offesa de veruno .... fu ristretto son già compiti due anni in rigorosissima prigionia dalla quale gli resulta una perpetua ed universale infamia. Gli fu formato e prolungato il processo che poteva spedirsi in poche settimane.....Terminato finalmente il processo, l’oratore certo della sua intiera innocenza e della propria coscienza .... fece più volte istanza di sapere il motivo della sua carcerazione e gli fu sempre negato con esempio forse unico sul grandissimo numero di carcerati in Paesi culti. Quindi fece una rispettosissima supplica alla Congregazione deputata per la sua liberazione .... La risposta fu in questi precisi termini: Si prende provvidenza». Benché per grazia di Sua Santità gli fossero state concesse alcune mitigazioni di trattamento, la sentenza continuava a esser tenuta in sospeso e la sua prigionia continuava. Anche ora come per l’innanzi non gli era lecito parlare ad altri che al maggiore Pescatore, e talvolta al vicecastellano; perfino i colloqui col medico non potevano aver luogo che in presenza di terzi. La petizione finisce con queste parole: « [Se] l’oratore fosse indegno anco della grazia di commutargli almeno questa lenta e stentata morte, non gli rimane se non che di pregare il Signore a toglier lui presto dalle miserie e pericoli di questa vita e prolungare di molti anni la preziosissima di V. S. a gran vantaggio della Chiesa ». A questo appello alla compassione, Pio VI non rimase sordo: nel maggio il Eicci e i suoi compagni ebbero il permesso di circolare liberamente in Castel Sant’Àngelo. Ma alla messa in libertà il Moiìino continuò ad opporsi con successo.2 Gli riuscì perfino di ottenere la ripresa del processo, ma prima che questo finisse la morte liberò il generale dalle sue pene, il 24 novembre 1775. Pio VI gli fece rendere degne esequie, a spese della Camera Apostolica. nella chiesa di S. Giovanni de’ Fiorentini. I resti mortali del Eicci non rimasero in Castel Sant’Angelo, come avrebbero desiderato gli aguzzini spagnoli, ma furono deposti al Gesù.3 1 « Memoriale alla Santità di Pio VI dell’Ab. L. Ricci », Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma, mss. gesuitici 1449 (copia); in Murr, loc. cit. 272 ss. 2 Masson 323 s. Cfr. * Monino a Pio VI, 31 maggio 1775, Archivio segreto pontificio. 3 Boero II2 103; Duhr, Ricci 89, il quale aggiunge: « Dort ruht Ricci an der Seite der verstorbenen Generäle, unter seinen würdigen Vorgängern einer der würdigsten ».