468 Appendice. Gli affari delle Corti estere nel Pontificato passato hanno havuto più corso, perche il Papa temeva moltissimo di disgustare le medesime. Questi però ordinariamente si tua ttavano per mezzo del Cardinal de Zelada, uomo destro, ed attivo, che per questo appunto era divenuto più di ogni altro Cardinale potente presso del Papa, perche lo sgravava del peso di pensare a detti affari. Ma neppure egli godeva un’intiera confidenza, onde il Santo Padre alle volte si prevaleva del Cardinale Negroni, Segretario de’ Brevi, o del Cardinale di Simone Prouditore; mai del Segretario di Stato; e sempre con somma segretezza. Dopo un Pontificato regolato con tale sistema per cinque anni, e quattro mesi è morto Clemente XIV. Egli aveva supposto alli suoi intimi familiari di aver fatto Testamento; ma nessun foglio finora si è ritrovato, che lo contenga: la sua privata eredità si crede, che ascenda a scudi ducente mila, e più in contanti, luoghi di Monti, e mobili preziosi. Questa, se non si ritrova il sopposto Testamento, n’aspetta a due suoi pronipoti per parte di sorelle poveri, e che egli vivente non ha voluto mai vedere. Oltre di ciò in Camera Apostolica ha lasciato depositati gli avanzi del Gioco del Lotto, ed alcuni altri provenienti dai vacabili della Dat-teria, che insieme ascendono a quasi duecentomila (altri scudi. Del rimanente la di lui memoria in Roma è rimasta odiosa presso ogni ceto di persone. Tutti ne hanno detto e ne dicono male, anche quelli, che sono stati suoi intimi familiari. Segno evidente o che egli non abbia fatto bene ad alcuno; o che l’abbia fatto meschinamente, e con mala grazia, onde nessuno gli sia rimasto obbligato. Per fargli orazione funebre non vi è stato nessuno, che siasi presentato da sè, quando in ogni altra occasione simili molti vi sono concorsi: il Sagro Collegio hia dovuto egli destinare Mons. Buonamici Lucchese, Segretario delle lettere latine a’ Principi, che farà detta orazione Martedì 4 Ottobre. Una quantità di piccole satire contro la memoria del defonto Pontefice, e contro i favoriti sopradetti inonda Roma liberamente. Forse la soppressione fatta de’ Gesuiti, il rigore usato contro di essi, non meno che l’avvilimento, e dispregio con cui ha tenuto i Cardinali, la Nobiltà, il Fratismo stesso contribuisce assai a tanta odiosità. Mons. Alfani e Bischi divenuti il bersaglio principale dell’odio com-mime sarebbero stati, il primo processato, e sospeso di carica, e gli altri processati ed arrestati: ed ancora si è pensato di liberare gli ex-Gesuiti ritenuti in Castel S. Angelo. Ma il Cardinale de Bemis, Ministro di Francia, ed il Conte Monnino, Ministro di Spagna, hanno parlato in favore degli uni [?], e impedito ogni altra risoluzione rapporto 'alli suddetti ex-Gesuiti, il primo con buone maniere, il secondo anche minacciando. Molti hanno preso ciò per prepotenza, ed oppressione. Lo sorveglianza sui prigionieri di Castel Sant’Angelo è tolta al-1*Alfani. Mons. Potenziani di Bieti è nominato Governatore di Roma ... Egli era uno degli 11 cardinali riservati in petto... Una circostanza assai rilevante ha accompagnato la morte di Clemente XIV, che forma l’oggetto de discorsi di tutta Roma. Egli temeva d’esere avvelenato, onde stava timido, e circospetto, specialmente dopo la soppressione de' Gesuiti : Nella Settimana Santa dell’anno corrente