Federico II proibisce la promulgazione del Breve di soppressione. 325 dell’illuminismo, la cura dell’istruzione e dell’educazione della gioventù cattolica, in cui, secondo il suo avviso, i gesuiti erano insostituibili. È questo l’argomento col quale egli respinse le rimostranze insistenti dei suoi amici francesi; con esso egli giustifica presso la Curia romana le misure da lui prese.1 Tn confronto alle grandi potenze cattoliche la raccomandazione della piccola Prussia protestante non poteva avere a Roma un effetto preponderante, tanto più che l’Austria non si lasciava smuovere dalla propria stretta neutralità, la quale in questo caso equivaleva in pratica a un appoggio dato agli avversari dei gesuiti e come tale infatti fu valutata. In considerazione di ciò il re rifiutò recisamente di intervenire direttamente in favore dell’Ordine intero, come gli aveva suggerito il gesuita sardo Pintus, e motivò il suo rifiuto coll’osservare che il Papa era padrone a casa sua, e che egli, essendo eretico, non doveva immischiarsene.2 Federico II si trovava appunto a Breslavia, quando la notizia della soppressione della Compagnia di Gesù, avvenuta a Roma, giunse oltralpe. Il 29 agosto 1773 egli significò al vescovo in par-tibus e amministratore apostolico Strachwitz che il Breve non doveva pubblicarsi nei suoi Stati.3 Con ordine di gabinetto del 31 agosto il dipartimento per gli affari religiosi ebbe l’incarico di provvedere senza indugio a un’ordinanza per la soppressione della « Bolla pontificia ».4 II 6 settembre tutti gli uffici governativi locali ricevettero istruzione di prendere i provvedimenti necessari al 1 Lo stesso allo stesso, 24 ottobre e 10 dicembre 1773 e 18 novembre 1777, ibid. 566, no. 540; 575, no. 551; V 240, no. 318; Federico all’elet-trice Maria Antonia, 8 gennaio 1774, ibid. IV 588, no. 558; Federico a D’Alembert, 7 gennaio, 11 marzo e 15 maggio 1774, ibid. 579, no. 557, 593, no. 573; 603, no. 588; * Federico a Ciofani, 17 agosto e 10 settembre 1774, in possesso dei gesuiti, Suppr., Assist. Germ.; il * nunzio Doria a Pallavicini, 4 aprile 1774, Cifre, Nunziat. di Francia, 561, Archivio segreto pontificio. 2 Federico II a D’Alembert, 4 dicembre 1772, in Leumann IV 478, no. 472. Il re erra tuttavia chiamando il Pintus un messo del generale dell’Ordine. Cfr. Ricci a Pintus, 30 gennaio 1773, in Duhr IV 1, 14 s.; Pintus a Zelada, 10 gennaio 1774, in [Boero], Osservazioni II2 124 s. * « Io viddi la lettera scrittale (!) da un soggetto del Collegio Romano, che l’esortava a tal passo con aggiungere ‘ non si meravigli ch’io scriva, mentre qui sono tutti smarriti, e il Generale più di tutti ’ ». Schafìgotsch a Garampi, 16 febbraio 1774, Nunziat. di Polonia 119, Archivio segreto pontificio. Cfr. sopra p. 194. 3 * « Diarium Sem. Glac. » del 20 agosto 1773, Archivio del ginnasio di Glatz; Carmer a Federico II, 30 agosto 1773, in Leumann IV 525, no. 512; * Federico II a Strachwitz, 19 settembre 1773, trad. latina, ■Archivio segreto pontificio, Regolari, Gesuiti 53; * Strachwitz alla congregazione per la soppressione, 27 settembre 1773, ibid. 4 Lehmann IV 528, no. 515; * trad. latina, Archivio segreto pontificio, Regolari, Gesuiti 53.